Critica & Recensioni


“Musica e spiritualità raccontate per immagini”

Steve Della Casa
Presidente della Film Commission Torino Piemonte




"Le Istituzioni devono incoraggiare chi promuove iniziative per difendere l'autodeterminazione dei popoli naturali ed i loro luoghi sacri.
Per questo la Presidenza del Consiglio del Comune di Roma ha voluto patrocinare la nobile iniziativa basata sulla proiezione del film 'Shan, il cuore antico dei popoli naturali': parte dell'incasso, infatti, sarà devoluto ai popoli naturali più disagiati.
Da parte del Comune di Roma voglio ringraziare gli amici della Ecospirituality Foundation per il loro grande lavoro a fianco degli Apache e di tutti i Popoli naturali.
Questo film penso che vada visto per arricchire la propria coscienza ma soprattutto per dimostrare che davvero un altro mondo è possibile.
Dobbiamo fare un passo indietro con la nostra arroganza di nazioni ricche, con il nostro strapotere, il nostro modo "rapace" di derubare tutto quello che si può, non solo alla Terra, che può essere chiamata in tanti modi come nel film Shan, questo magnifico lavoro di cui ringrazio i promotori, ma soprattutto anche agli altri umani che noi non riconosciamo con la nostra stessa dignità solo perché appartengono ad altre etnie. Sicuramente questo film aumenta la coscienza e la cultura."

Monica Cirinnà
Vice Presidente del Consiglio Comunale di Roma

Dichiarazione rilasciata in occasione della Conferenza Stampa del film Shan a Roma il 13 giugno 2007




"Film di cruciale importanza, perché ci ricorda che i nativi, i popoli naturali, sono il venti per cento circa della popolazione terrestre, quindi occuparsi di loro è veramente un dovere civile.
Sono rimasto letteralmente affascinato, sia dalla disinvoltura della regia e sia dal vocalismo della signora Nattero. Ho rivisto il film per poterla riascoltare."

Gregorio Napoli
Giornalista e Critico Cinematografico

Recensione tratta da "Cinematografo", trasmissione di Gigi Marzullo andata in onda il 18 giugno 2007 alle ore 1.30 am

Gregorio Napoli in merito al film ha scritto anche una poesia:

Shan, il cuore antico
Il film ho ricevuto
con passione l'ho veduto
i suoi accordi ho ascoltato.
Dolci nenie
dove pulsa
il cuore antico
non l'insulsa
melopéa
che in tele-apnéa
rende crudo
e disumano
tutto l'Ovest
del mondo:
antro buio
oggi infecondo.
Con Nattero
e Barbadoro
si risveglia
un'eco andina.
Il mio orecchio:
Jodorosky e Yma Sumac
vanno su ottave alte
vibra ancòr
Montagna sacra;
con fervòr
Maori ed Apache
bevon linfa
al Santo Graal,
dove santa
è la Terra
ma il dogma
ristagna.
Mentre l'urlo
del profeta
già si scioglie
nel sussurro
di un bemolle
radioso e azzurro.
Semitono
di perdono
onde, in grazia,
la Rosalba
nuova alba
a noi annuncia
con i flauti zufolanti
e i tamburi rimbombanti

Gregorio Napoli, Palermo 11 giugno 2007



"Il film è un documentario che è un viaggio e una ricerca. E' un viaggio attraverso i luoghi e le tradizioni dei popoli naturali, come vengono chiamati in questo film. Aborigeni australiani, Maori della Nuova Zelanda, Apache dell'Arizona, Taìno dell'America Centrale. Vi sono luoghi che vengono visitati, tradizioni che vengono esplorate, musica, danza, il film è tutte queste cose.
E' patrocinato dall'ONU, quindi è una iniziativa che è anche una buona azione.
Il film è pieno di cose interessanti, soprattutto il tentativo di un gruppo musicale, il LabGraal, nel creare un legame tra la cultura Celtica, i megaliti di Carnac in Bretagna, Stonehenge in Inghilterra, e molte altre tradizioni del mondo. E' un film interessante, fatto bene, è curioso e piacerà moltissimo a chi ha la passione delle cose new age."

Anselma Dell'Olio
Critico Cinematografico

Recensione tratta da "Cinematografo", trasmissione di Gigi Marzullo andata in onda il 18 giugno 2007 alle ore 1.30 am




Il rapporto con la natura e le tradizioni popolari sono alla base del film di Stefano Milla "Shan - Il cuore antico dei popoli naturali", che vede il gruppo musicale torinese LabGraal, influenzati dalla musica celtica, muoversi dall'Australia alla Bretagna, da New York a Ginevra, da Torino alle Valli di Susa e di Lanzo, intervistando musicisti e, soprattutto, registrando le loro melodie: un miscuglio suggestivo di echi celtici ed accordi irlandesi, scozzesi, asturiani, baschi e occitani.

Cassini - Liguoro
Recensione tratta da Mondo Niovo,
Notiziario dell'Associazione Museo Nazionale del Cinema
Piemonte Movie 2008




"Un osservatorio astronomico in cima al sacro monte Graham. E' l'emblema della storica sopraffazione della civiltà "maggioritaria" nei confronti dei nativi; in ogni dove. La ricerca spirituale del gruppo musicale torinese LabGraal, partita dalla passione per la cultura celtica ("Shan" nello sciamanesimo druidico è l'immaterialità dell'esistenza) porta, attraverso conferenze e concerti con percussioni, cornamuse e l'evocativa voce di Rosalba Nattero, alla scoperta di assonanze antropologiche intercontinentali.
La cantante - impegnata animalista - e il flautista Giancarlo Barbadoro sono autori del libro "I popoli naturali e l'ecospiritualità", a cui si ispira il film, e fondatori della Ong Ecospirituality Foundation (che lo ha prodotto) all'Onu, dove quello degli indigeni - il 20% dell'umanità - è il forum più partecipato.
Fusione discontinua di interviste a portavoce delle comunità, riproduzione della fisiologica bellezza della Natura, diario di viaggio, poeticismo di inframezzi new-age, Shan, firmato da Stefano Milla, individua un ideale gemellaggio tra etnie distanti nell'antico megalitismo diffuso in tutto il pianeta, con installazioni energetiche che utilizzano forze telluriche e radianti; così come in una religiosità dell'immanenza fatta di cerimonie senza profeti e dogmi; e ancora nell'organizzazione sociale solidale, non produttiva, retta da uguaglianza, giustizia e pace. Caratteristiche, queste, rinsaldate nelle comuni lotte per la fruizione dei propri luoghi sacri, uno dei punti della dichiarazione dei diritti dei nativi non ancora approvata."

(F.R.)
Recensione tratta da "Liberazione" di Venerdì 15 giugno 2007




Documentario a metà tra viaggio ricerca. Un percorso attraverso i luoghi e le tradizioni di quelli che nel film vengono chiamati i "popoli naturali": Aborigeni australiani, Maori della Nuova Zelanda, Apache dell'Arizona, Taìno dell'America Centrale.
Il tutto contornato dall'atmosfera magica che si sprigiona dalle musiche, i canti e le danze. È patrocinato dall'ONU, quindi è un'iniziativa che è anche una buona azione. Il tentativo del gruppo musicale torinese LabGraal, mossi dalla passione per la cultura celtica ("Shan" nello sciamanesimo druidico è "l'immaterialità dell'esistenza") nel creare dei legami indissolubili tra la cultura Celtica, i megaliti di Carnac in Bretagna, Stonehenge in Inghilterra, e molte altre tradizioni del mondo. La macchina diventa un occhio curioso ed estraneo con l'obiettivo di testimoniare senza interferire, facendo del film una fusione discontinua di interviste a portavoce delle comunità, riproduzione della fisiologica bellezza della Natura, diario di viaggio, poeticismo di inframezzi new-age.
"Shan", firmato da Stefano Milla (nato a Torino nel 1968), individua un ideale filo rosso tra le etnie distanti nell'antico megalitismo diffuso in tutto il pianeta, con installazioni energetiche che utilizzano forze telluriche e radianti; Rosalba Nattero è la voce dei LabGraal, Giancarlo Barbadoro la affianca con flauti e zufoli; Luca Colarelli, Andrea Lesmo e Gianluca Roggero completano il pentagramma con bagpipes, chitarre, bouzuky, tastiere e tamburi. Questi cantori delle etnie perdute si muovono dall'Australia alla Bretagna, da New York a Ginevra, da Torino alle Valli di Susa e di Lanzo, intervistando e, soprattutto, registrando le loro melodie, un miscuglio suggestivo di echi celtici ed accordi irlandesi, scozzesi, asturiani, baschi, occitani.
Emergono le contraddizioni del mondo globalizzato, che si batte contro l'oscurantismo ma oblitera il diritto dei Nativi alla propria libertà di culto. Commuove, ad esempio, il pianto dell'anziana donna Apache che implora lo spirito degli antenati, denunciando l'esproprio della Montagna Sacra, insidiata da apparati tecnologici, come telescopi od osservatori astronomici. L'afflato drammatico ha uno scatto autentico, in un'indignazione che va oltre la "custodia" museale dei beni archeologici.

Cassini - Liguoro
Recensione tratta da Mondo Niovo,
Notiziario dell'Associazione Museo Nazionale del Cinema
Piemonte Movie 2008