L'antico mito della città di Rama


La leggendaria città di Rama

Il film "Shan" ha vari risvolti interpretabili su più piani. Accanto al percorso musicale e al viaggio all'interno delle tradizioni dei Popoli naturali, esiste una la trama invisibile che segna tutto il film.
Un percorso dei protagonisti alla ricerca del Graal, guidati da un'antica leggenda.
I protagonisti sono sulle tracce di un mito dei primi abitanti dell'Europa: il mito della città di Rama, una città megalitica situata in Piemonte che secondo la leggenda sarebbe all'origine della tradizione celtica dell'Europa e custodirebbe il segreto del Graal.
Le antiche cronache della Valle di Susa, in Piemonte, riportano l'esistenza in epoche remote della città ciclopica di Rama che dalle descrizioni sembrerebbe assomigliare alle città delle fortezze megalitiche peruviane e dell'Oceania. Le leggende dei secoli successivi aggiungono che questa mitica città era il luogo dove veniva conservato il Graal.
L'antica leggenda si riferisce al mito della caduta di Fetonte. Narra di un dio disceso dal cielo che si avvaleva dell'aiuto di assistenti di metallo dorato. Durante la sua permanenza tra gli uomini insegnò loro i segreti della fusione die metalli e la conoscenza dello Shan attraverso l'arte della scienza dell'Alchimia. In seguito provvide a fondere una grande ruota d'oro forata ricavandola dal metallo del carro divino con cui trasmettere la sua conoscenza all'umanità.
Quando il dio ritornò in cielo lasciò uno dei suoi aiutanti dorati che assistesse gli uomini che avevano raccolto i suoi insegnamenti.
Le leggende riportano che una delle proprietà della creatura di metallo dorato era quella di assumere varie forme a suo piacimento. Una sua traccia è ravvisabile nella leggenda medievale che riporta di una grande caverna, posta all'interno del monte Musinè, in cui questa creatura "mutaforma", con l'aspetto di una grande drago d'oro, proteggeva una luminosa gemma verde dagli immensi poteri.
Il mito della città è sopravvissuto ai secoli per via delle tradizioni orali del druidismo locale e grazie ai ricercatori di inizio secolo che hanno raccolto dati di prima mano e conferme documentate della sua esistenza.
La città megalitica di Rama si ergeva sulle falde della montagna del Roc Maol, l'antico nome del Rocciamelone, la cui vetta era stata sede di vari culti antichi tra cui per ultimo il culto di Giove. La città era stata costruita con l'uso di grandi blocchi di pietra. Le sue mura ciclopiche si snodavano per circa 27 chilometri e i suoi immensi portici in pietra si sviluppavano, per tutta la lunghezza della valle, sulla direttrice delle cittadine di Bruzolo-Chianocco-Foresto sulle rive del fiume Dora.
Rama non era l'unica grande costruzione in pietra, ma faceva parte di un immenso agglomerato urbano di costruzioni minori che si estendeva dalla città di Susa alle porte dell'attuale città di Torino. Rama era la vera e sola città esistente allora, la sede pacifica e intellettuale di un popolo misterioso.
Le antiche leggende della Valle di Susa collegano la città di Rama al mito del Graal e alcune leggende riportano che essa lo custodiva protetto dai suoi misteriosi abitanti. Nella stessa maniera con cui sopravvivono ancora oggi le leggende e i reperti storici legati al mito di Rama sopravvivono in Piemonte molte testimonianze culturali e storiche della presenza locale del Graal.
Ne è un esempio la leggenda di San Eldrado che riecheggia un evidente legame con la figura di Merlino e con il ciclo arturiano del Graal. La leggenda si riferisce alle vicende di un nobile e ricco signore provenzale divenuto monaco e responsabile dell'Abbazia di Novalesa che raccolse fama di gran santità per le sue opere e per i suoi miracoli.
Le tradizioni valligiane narrano che il Graal sotto forma di uno smeraldo sarebbe ancora nascosto in una grotta posta nel cuore del monte Musiné. A difesa del luogo ci sarebbe un enorme drago tutto d'oro pronto a distruggere con il suo fiato infuocato ogni intruso che tentasse di avventurarsi all'interno delle grande caverna.





La leggenda di Rama

"La leggenda narra che un Dio anticamente scese sulla Terra, in un luogo oggi conosciuto come la valle di Susa. Il suo aspetto era quello di un drago sapiente, fatto di fiamma, che danzava creando radure nell'erba.
La leggenda riporta che il Dio si pose all'interno di un cerchio di pietre che era stato costruito dai suoi due assistenti di metallo dorato. In questo cerchio di pietre insegnò agli uomini le scienze, l'agricoltura e soprattutto la conoscenza dello Shan che trasmise agli uomini attraverso l'Arte dell'Alchimia.
Quando venne il tempo di accomiatarsi dagli uomini costruì con il metallo del suo carro celeste una grande ruota d'oro, forata al centro, in cui era custodita tutta la conoscenza che lasciava in dono all'umanità.
Dopo che fu ritornato al cielo le sue reliquie e la grande ruota d'oro vennero raccolte dagli Ard-Rì, i suoi allievi, per essere custodite nel Tempio del fuoco, una grotta sulle falde della Montagna Sacra.
Intorno a questo tempio venne edificata la città di Rama. A più riprese eroi leggendari la ampliarono ed estesero la sua potenza a tutta le terre conosciute. Ma la sua grandezza era quella di custodire l'antica conoscenza, lo Shan, l'arcaico nome del Graal; una luce che si irradiò per tutta la Terra e fu la base del sapere dei Druidi del tempo.
La città di Rama era protetta da un grande Drago che interpretava le forze cosmiche dell'universo scaturite dal Vuoto primordiale. Il Drago insegnava ai cavalieri del tempo a lottare e a danzare nel vento e li introduceva alla conoscenza mistica dello Shan.
Il grande cerchio di pietre custodiva al suo interno il segreto dello Shan.
Venivano da ogni parte del mondo per vedere il grande cerchio di pietre e per conoscere il suo segreto.
Quando le acque si portarono via la civiltà madre, Rama rimase la sola a testimoniare l'antico potere del Drago. I millenni la cancellarono ma la conoscenza che custodiva è ancora viva nelle tradizioni di tutta la Terra.
Ancora oggi si narra che il cerchio di pietre esiste ma è invisibile e si mostra solo nella notte di Samain a chi sa cercare. In quella notte, tutti gli abitanti del posto, umani e non, visibili e non, si incontrano tra le eterne maestose pietre e celebrano il ritorno alla Terra ancestrale."