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Rosalba's BLOG

Gennaio - Marzo 2008 Storyboard semiserio tra pettegolezzi,
riflessioni, fatti strani e altro...

Un particolare ringraziamento al webmaster Giancarlo (detto anche l'"Espertone")
che tormento ogni giorno e senza il quale non potreste leggere questo Blog!

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Marzo 2008

E' così tanto tempo che non scrivo, che la mole di informazioni e notizie che si è accumulata è difficilmente districabile. Per cui mi limiterò a raccontare gli eventi principali, alla rinfusa, certa che voi lettori del mio blog capirete e se vorrete, condividerete con me le emozioni e le esperienze. Dunque.
Questo 2008 è iniziato come una furia, almeno per me. Avevo iniziato l'anno con tanti buoni propositi di prendere la vita con un po' più di calma e tranquillità. Io e i miei compagni del LabGraal abbiamo trascorso il 2007 a correre dietro ad un film, condotti da lui, Shan, che ormai viaggia di vita propria. Ci siamo ritrovati dentro un vortice incontrollabile, improgrammabile, che ci ha colti di sorpresa e ci ha cambiato la vita. Non che prima conducessimo una vita tranquilla, ma il 2007 da questo punto di vista ci ha sorpresi.

E come ogni fine anno, anche l'ultima notte del 2007 ho fatto i miei buoni propositi. Mi sono detta: "Ma tutto questo, perchè?" Perchè correre, se poi non ho tempo di fare le cose che più mi divertono e mi appagano, come andare per i monti in cerca di megaliti, chiacchierare con le mie gatte, suonare con il gruppo senza alcun altro motivo che suonare e basta, anzichè correre dietro alle prove dei concerti o all'ultimazione forsennata del prossimo CD.
Perfetto. Poi è iniziato il 2008 e ho capito che fin qui avevamo scherzato. Sarà vero che più il tempo passa e più il tempo soggettivo accelera? Se è così, ho paura di immaginare i miei 90 anni, ammesso e non concesso che ci arrivi.
Vivo una dicotomia tra la voglia di una vita tranquilla e rilassata e le migliaia di idee che continuamente affastellano la mia mente, provocate (a mia discolpa) da continui stimoli che mi giungono dall'esterno. Il mio chiedermi "tutto questo perchè?" è sempre accompagnato da un "perchè no?" che mi fa sbandare da una posizione distaccatamente filosofica ad una continua corsa contro il tempo per realizzare i progetti che di volta in volta mi sembrano irrinunciabili, soprattutto perchè sono sempre inseriti in qualche buona azione che farà stare meglio qualcuno.
Devo confessare che questa mia follia travolge anche i miei compagni, i quali si chiedono spesso quale sarà la prossima stranezza in cui li coinvolgerò.
Dopo esperienze tipo il musical con 100 bambini urlanti, in cui noi soli eravamo gli adulti; gli spettacoli teatrali in mezzo a cavalieri che se le davano di santa ragione; i concerti con i cecchini appostati dai palazzi di fronte al palco (Olimpiadi Torino 2006); addirittura un film con noi cinque come protagonisti... credevano che avessi esaurito le idee. Pensavano di potersi dedicare finalmente ai tranquilli concerti di routine. Ma sbagliavano. Non sapevano che stavano per entrare in un nuovo capitolo della vita del LabGraal.


L'era di Second Life

I Labs mai più si aspettavano di fare concerti strutturati come se si trattasse di organizzare un colpo alla Deutsche Bank: sala prove attrezzata con postazioni al computer, maxischermo, collegamenti con server all'altro capo del pianeta, uno staff di assistenza tecnico-informatica degno dell'FBI. Eh sì, fare i concerti live su Second Life è un tale stress che al loro paragone il concerto delle Olimpiadi è stato una passeggiata.
Ho già parlato parecchio di Second Life su questo blog, e non mi dilungherò. Dirò soltanto che anche se in Italia i media, per motivi a me ignoti (ma qualche idea ce l'ho), hanno deciso di boicottare l'argomento, SL è una realtà che non potrà essere ignorata ancora per molto perchè rappresenta uno strumento mediatico di cui (vedrete) in breve tempo nessuno potrà più fare a meno.
Per fare un esempio, qualche giorno fa Sheela Nagy e JohnTitor Shan (avatar della sottoscritta e di Giancarlo) erano invitati alla prima conferenza dell'Unione Europea che si svolgeva in Second Life, dove l'europarlamentare portoghese Paulo Casaca teneva un dibattito con funzionari e giornalisti di tutto il mondo.
Essendo ancora in un'era pionieristica, fare un concerto dal vivo in Second Life è per qualsiasi musicista tanto un mito quanto una sfida come buttarsi da 5.000 metri senza paracadute sperando in miracolo. Ma volete mettere il divertimento? Mentre noi suoniamo dalla nostra sala prove siamo in contatto con tutto il pianeta, con avatar di tutto il mondo che dalle loro case ci ascoltano e ci comunicano il loro entusiasmo. Sarà forse perchè è ancora una novità e ci sentiamo un po' dei pionieri, ma l'entusiasmo, il calore, i tributi che ci arrivano da tutto il mondo ci stimolano a continuare questa nuova impresa.
Avevamo già fatto eventi in SL: presentazioni di libri, mostre fotografiche, ma un concerto dal vivo, soprattutto se si è in cinque a suonare, è un'altra cosa: implica conoscenze tecniche e attrezzature che non sono alla portata di tutti. Ma il richiamo da mondi sconosciuti è per noi irresistibile, e ci siamo organizzati.
Abbiamo iniziato il 2008 con un primo concerto alla Cittadella, una delle maggiori isole italiane, dietro lo stimolo di Shina Merlin, un'amica digitale, che ci ha dato la spinta decisiva. Era già un po' di tempo che accarezzavamo l'idea di un concerto live in Second Life, ma esitavamo per timore di problemi tecnici: bazzicando inworld ero incappata in alcune performance live non proprio esaltanti e tutte quante con notevoli defaillances tecniche. Del resto suonare dal vivo in Second Life, soprattutto se si è una band e non un solista voce e chitarra, è impresa ardua in cui, che io sappia, sono pochissimi al mondo a cimentarsi, almeno finora.
Ma Shina ci ha fissato una data e non ci siamo tirati indietro. Il nostro primo concerto in Second Life, l'11 gennaio, è stato da cardiopalma: più che musicisti eravamo dei tecnici informatici. Per evitare di fare una figuraccia di portata planetaria avevamo cercato di prevenire ogni possibile intoppo tecnico: il nostro sound-check era consistito nel saltare come dei canguri dagli strumenti ai computer per sentire come uscivano gli effetti, i volumi, i suoni. Avevamo cercato di prevedere tutto per non fare la figura dei "newbees" imbranati. Nel pomeriggio avevamo anche fatto shopping (ovviamente in SL) per essere all'altezza dell'occasione. Dopo averle pensate tutte, non ci rimanevano che i segni scaramantici affinchè la ADSL non si interrompesse e lo streaming continuasse a funzionare.
"Mancano due minuti, siete pronti?..." "IP, porte e pass li hai?" CRISTO, PERCHE' NON SI SENTE NIENTE?" "vai con la password!" "la password è sbagliata!" "non è possibile!"...
Poi siamo partiti. E gli avatar hanno cominciato ad affollare lo stadio della Cittadella, proprio come succede in real life. Arrivavano da tutte le parti, dal mare, dal cielo. E hanno cominciato ad applaudire, a scrivere frasi osannanti a caratteri cubitali. Insomma un successone. Se non siete pratici di Second Life non potete apprezzare il valore di più di 80 avatar che rimangono dall'inizio alla fine ad ascoltarti entusiasti. Second Life è un mondo talmente vasto ed eterogeneo che gli eventi difficilmente riescono a raccogliere più di un gruppetto di persone nello stesso momento. Ed è ancora più difficile che le stesse persone rimangano per più di un quarto d'ora: gli avatar non stanno mai fermi in un posto, sono tutti sempre troppo impegnati a volare (letteralmente) da un posto all'altro. Ma quello che rendeva unica l'esperienza che stavamo facendo su Second Life era che gli 80 e più avatar presenti al concerto non erano in realtà tutti nello stesso posto: erano persone che ci ascoltavano dall'Arizona, dal Maryland, dalla Germania, dall'Irlanda, da Roma, dalla Puglia... insomma, stava accadendo una magia: la nostra musica entrava nelle case di gente di tutto il mondo attraverso i loro computer, e queste persone si emozionavano e scrivevano forsennatamente dalla loro tastiera autentiche dichiarazioni d'amore.
Alla fine del concerto siamo crollati dal post-stress come non ci succedeva nemmeno per i primi concerti in real life. Eravamo esausti ma contenti: avevamo finalmente rotto il ghiaccio, avevamo fatto il nostro primo concerto dal vivo in Second Life!
Subito dopo siamo stati subissati da richieste di concerti. E ci siamo lanciati. Ci siamo esibiti nelle maggiori Land italiane: dopo la Cittadella l'Isola di Giove e poi Torino Italy, su un palco inserito in un magnifico scenario megalitico costruito apposta per il nostro concerto da Gabi Boa, l'owner dell'isola. Ora stiamo facendo un vero e proprio tour mondiale. Siamo talmente subissati da richieste che abbiamo dovuto ingaggiare un ufficio stampa, un manager e uno staff tecnico, la mitica ditta "Digitrash, All & Nothing Integrated Services".
Il primo concerto in terra straniera era inserito in uno dei maggiori eventi di Second Life, la "Relay for Life Clothing Fair", una fiera di beneficenza per i malati di cancro, e a noi era affidato il concerto principale proprio nel giorno di St. Patrick's Day, il 17 marzo. L'evento era così importante che hanno creato quattro regioni apposta per l'occasione, in modo da poter raccogliere più gente possibile.
Ormai stavamo lanciandoci verso sfide sempre più ardue, con contatti frenetici con persone che dall'altra parte del globo ci davano tempi e istruzioni. I nostri fans d'oltreoceano avevano fatto una promozione che su Second Life non hanno avuto nemmeno gli U2, basta guardare sul web alla voce "LabGraal Relay for Life"! Il giorno del concerto le aspettative erano altissime, sia al di là che al di qua dell'oceano, e il countdown veniva inesorabilmente scandito da Nevar, l'organizzatore, che mandava notices (messaggi) a tutti dicendo "...mancano quattro ore... mancano tre ore..." e così via.
Noi Labs eravamo piuttosto nervosetti e ci chiedevamo se per caso non stessimo facendo un passo un po' troppo avventato, e se gli organizzatori non nutrissero un po' troppa fiducia nelle nostre capacità di gestire un concerto di quelle proporzioni. Considerando che puntavano parecchio sulla nostra performance, non ci sentivamo proprio tranquillissimi. Oltretutto la mia conduzione doveva supportarsi esclusivamente su tutto quello che riuscivo a racimolare della mia conoscenza dell'inglese.
Ma il team della DigiTrash sembrava tranquillo (che incoscienti), forse pregustando la cena a base di tortelloni ricotta e spinaci, che ormai è un classico, dopo i concerti in SL. E poi la figuraccia se qualcosa andasse male mica la farebbero loro!
Invece è andata bene. E' andata stra-bene! 250 presenze (per Second Life è un vero record), 150.000 Linden Dollars raccolti durante il concerto (altro super-record!). Tantissimi commenti positivi e messaggi pieni di autentico amore. La ADSL ha tenuto, lo streaming pure, i lag c'erano ma non hanno impedito agli avatar di ascoltare il concerto, l'inglese di Sheela pare sia stato comprensibile, JohnTitor ha letto una poesia in inglese senza sembrare un turco, la nostra musica è stata impeccabile come sempre, ma su quello immodestamente non avevamo nessun dubbio.
Anche questo altro esordio era andato bene. I tortelloni e il Bordeaux ce li eravamo meritati. Subito dopo, sono fioccate come sempre le proposte.
Ora sono previsti concerti in terre americane, irlandesi, scozzesi, e d'ora in poi il nostro calendario dovrà inevitabilmente prevedere anche la nostra seconda vita da musicisti. Per il prossimo concerto del 5 aprile, anche questo su una terra americana (Skybeam Moving Waves), verranno collegate alla Land che ci ospita altre 30 Regioni per bypassare i limiti attuali di Second Life e dare modo a più persone possibili di ascoltarci.


Le mille vite di Shan

Il film Shan non finisce di stupirci. Anzi non finisce proprio. Passato ormai un anno dalla "prima", Shan continua ad essere presente nei cinema di tutta Italia. L'ultima sua performance è stata l'11 marzo al prestigioso cinema Romano nel cuore di Torino, dove è stato proiettato nell'ambito della rassegna Piemonte Movie, con un successo di pubblico che continua ogni volta a sorprendere sia noi che il regista.
L'effetto-Shan continua e stimola idee e eventi di ogni genere. Dopo aver ispirato un romanzo, un CD, una rivista, un convegno, un fumetto, ora Shan produce eventi di tre giorni che si stanno moltiplicando, partoriti dai luoghi toccati dal film.
Dopo la "tre giorni" di Lanzo è stata la volta della Suoneria di Settimo (24-25-26/1), e poco dopo a Bussoleno (8-9-10/2) . Il film gira per le valli del piemonte portandosi dietro la sua carica di entusiasmo, emozioni, riflessioni, idee, musica. La formula delle tre giorni è particolarmente gradita al pubblico, che ha così modo di approfondire e penetrare il messaggio del film.
Gli elementi sono: una conferenza con presentazione del documentario di Luca "Rama Vive" sulle origini celtiche del Piemonte, un concerto del LabGraal e ovviamente la proiezione del film. Nel caso della Suoneria si è aggiunta anche la performance dei Trigomigo, un gruppo di musica folk-occitana che ha contribuito ad arricchire la tre giorni celtica.
L'affluenza del pubblico a tutti gli appuntamenti ci ha ampiamente premiato delle fatiche organizzative e ogni volta ci ha stimolato idee nuove e ulteriori progetti, sull'onda di Shan.
Una menzione speciale va allo squisito buffet celtico a cura del nostro LabGraal Fans Club che ci segue dappertutto. Il buffet non manca mai, e a volte ci chiediamo se non sia il vero motivo del successo di Shan!
Ogni evento è occasione di conoscere persone speciali o di ritrovare amici con cui si è fatto un pezzo di strada. Esperienze arricchenti che si assommano e sono motivo di crescita.
Le tematiche evidentemente sono molto sentite, perchè ogni volta si innesca una discussione, ci si scambiano dati, a volte ci si scontra con le idee preconcette di chi non vuole uscire dai propri luoghi comuni.
Parlare di celtismo, megaliti, antiche leggende celtiche non è sempre facile. Sembra strano, ma queste vecchie pietre che sono lì da millenni sono ancora in grado di far discutere e addirittura di far paura. Paura di che cosa? E' difficile dirlo, eppure c'è chi desidererebbe ardentemente che venissero dimenticate. Almeno, questo è ciò che emerge da certe reazioni all'esposizione delle nostre ricerche.
Nelle nostre trasferte all'interno delle valli, in quei teatri minuti ma accoglienti e ricchi di storia e di magia, si svolgono spesso confronti molto particolari, pubblici e non. Presentando il documentario che io e Luca abbiamo girato scarpinando per i monti in cerca di megaliti, e soprattutto presentando le tesi che io e Giancarlo abbiamo voluto rendere pubbliche sull'antico mito della città di Rama, capita che in mezzo ai molti elogi e apprezzamenti ci sia anche chi non gradisca affatto. C'è chi non gradisce che si parli di un passato glorioso delle nostre valli, non gradisce che si parli di una leggenda che fa intuire un'antica tradizione druidica.
Accanto a questi, vi sono altri che invece si accostano discretamente e ci raccontano cose che non fanno altro che confermare le nostre ricerche. Ci danno dati, ci danno soprattutto la fiducia che si può dare a chi sai che ti può capire.
Strane storie, strani percorsi, strani personaggi.
Chi abita realmente le valli piemontesi? Quali comunità autoctone sono sopravvissute alle persecuzioni religiose? Quali culture sopravvivono, accanto ai movimenti NoTav (che noi sempre sosteniamo), accanto ai nuclei delle parrocchie?
La sera del concerto di Bussoleno Giancarlo ha pronunciato queste parole: "Se ci sono dei druidi presenti, questo brano è per loro". E' scoppiato un applauso che non finiva più.


Un po' di Ossigeno

Dopo i tanti concerti in Second Life e le tante attività cultural-musicali in Real life, finalmente un concerto di quelli che piacciono tanti a noi: grande palco, service audio adeguato, belle luci, macchina del fumo a gogò. Il 15 marzo suonavamo nella rassegna "Ossigeno" al Parco Stura di Torino per i festeggiamenti di St. Patrick's Day.
Anche il nostro pubblico, dopo averci seguito con attenzione per un anno negli eventi legati al film Shan, sembrava che non aspettasse altro: l'incredibile affluenza, il calore che ci ha manifestato, lo scatenarsi nelle danze denotavano la voglia di lasciarsi andare insieme a noi ad un rito di catarsi collettiva.
E noi, incitati dal pubblico e dalla situazione, ci siamo proprio scatenati. Se c'era anche una sola persona, lì dentro, ancora convinta che la musica celtica fosse quella nenia che viene spesso propinata nei circuiti italiani, beh, quella sera si è proprio liberata da qualsiasi equivoco. La musica celtica, la keltic music, è rumore, è baccano, è musica tribale, è casino. Ma un casino che ti arriva all'anima e ti fa danzare con la vita.
La keltic music è il cuore che batte, è la struggente melodia del canto di Madre Terra, è il richiamo impellente della Natura, è la magia della vita. In una parola, è libertà.
I nostri concerti sembrano un rito magico: iniziano e terminano con le note della cornamusa di Luca, come un contenitore che apre e chiude un cerchio. All'interno di questo cerchio magico avviene l'alchimia: un crogiuolo in cui gli ingredienti si miscelano tra di loro a formare un processo alchemico ogni volta unico e irrepetibile. Le canzoni frenetiche scatenano i balli collettivi condotti dal gruppo Triskel, i tamburi scandiscono il tempo della danza, poi improvvisamente tutto si ferma ed ecco che Giancarlo con il suo flauto o con una poesia riesce a fermare il tempo e a incidere uno smeraldo nel cuore di ognuno dei presenti.
Il Graal si rende visibile per un attimo, come una visione collettiva. Poi tutto riprende a girare vorticosamente, danzatori, pubblico, musicisti, tutti quanti insieme nel grande contenitore della vita.


L'ecospiritualità conquista l'Africa

Nel vorticoso turbinìo delle molteplici attività del LabGraal, una parte importante e fondamentale è quella che io e Giancarlo svolgiamo a fianco dei Popoli naturali. Una componente prioritaria della nostra vita, un impegno che ci ha profondamente arricchiti nel confronto con gli esponenti di una categoria invisibile eppure importante, perchè ritengo sia l'unica che con i suoi valori possa costituire davvero una speranza per l'umanità.
L'associazione con cui io e i miei compagni operiamo in quel settore, la Ecospirituality Foundation, ha aperto due rappresentanze in Africa, nel Benin e in Camerun.
La rappresentanza nel Benin è stata attivata in partnership con la NGO "Ensemble Allons dans la Paix" con sede a Cotonou. A febbraio abbiamo ospitato a Torino il presidente, Emmanuel Sognonnou, con cui abbiamo stilato un progetto per i comuni obiettivi. Durante la sua permanenza è stato inevitabile per noi confrontarci anche sul piano musicale, e come spesso ci succede con i rappresentanti dei popoli nativi, si è creata anche l'occasione di fare musica insieme. Anche questa volta, così come ci era già successo con nativi americani e australiani, la session è nata in maniera naturale e armonica e la musica ha prodotto come sempre la magia di sciogliere le ultime timidezze. Le nostre sonorità si sono incontrate senza difficoltà, tanto che abbiamo voluto registrare alcuni brani tradizionali africani, suonati insieme. Chissà che questa non sia la volta buona per far uscire finalmente il CD Mother Africa?
Dal documento dell' " Ensemble Allons dans la Paix ":
"Lo sviluppo del villaggio planetario passa senza dubbio dalla protezione e la conservazione dell'ambiente naturale terrestre nel quale viviamo. Oggi e più che mai, è indispensabile che un nuovo approccio di sviluppo alla scala mondiale sia messo in opera ed eseguito diligentemente per preservare il nostro pianeta e questo per migliorare le condizioni di vita degli uomini che vi abitano. È in quest'ottica che si inserisce secondo noi il concetto di "ecospiritualità", caro alla Ecospirituality Foundation, la cui nobile opera che mira a migliorare l'esistenza degli abitanti del nostro pianeta ha attirato l'attenzione della nostra Organizzazione. L'EAP si rallegra oggi della partnership avviata con la Ecospirituality Foundation e dell'investitura a rappresentarla nella Repubblica del Benin e nelle regioni dell'Africa occidentale." (Emmanuel Sognonnou).
Quasi contemporaneamente si è aperta in Camerun una rappresentanza della Ecospirituality Foundation con sede a Douala, sotto la direzione di Samuel Brice Tjomb.
Samuel Brice Tjomb ha inaugurato la Ecospirituality Foundation Camerun con una commovente cerimonia tribale e con una conferenza stampa tenutasi a Douala.
Dal comunicato stampa:
"L'attivazione della Ecospirituality Foundation Camerun è una notizia che onora i popoli naturali che vivono in Camerun e che ripongono grande speranza in un futuro migliore, sotto la guida dei fondatori della EF Giancarlo Barbadoro e Rosalba Nattero. Per realizzare questa rappresentanza, l'EFC, Ecospirituality Foundation Camerun, presenterà nei mesi prossimi all''attenzione dei membri della tribuna internazionale africana, il calendario delle sue attività per l'anno 2008 così come i suoi progetti di insediamento. Conta sulla partecipazione di tutti, per suscitare lo spirito di solidarietà tra i membri. L'EFC prende parte alla meditazione planetaria mensile per la pace in compagnia di alcuni patriarchi della Confraternita del Mbog-Parlement e dei rappresentanti delle confraternite tradizionali Bamiléké, Ovest del Camerun. A questo proposito, la meditazione avrà per supporto la musica The Green Path di Giancarlo Barbadoro. La Rappresentanza presenterà il libro "Les Peuples Naturels et l'Ecospiritualité" in una radio locale, durante una trasmissione dedicata alla letteratura. Questo costituirà la prima pietra del vasto piano-mediatico elaborato per dare del rilievo ai lavori dell'EFC. "(Samuel Brice Tjomb).
E' inutile dire quanto ci onori e ci commuova vedere che il nostro lavoro in difesa delle tradizioni e dei luoghi sacri dei Popoli naturali può essere un utile strumento per quelle comunità che da tempi immemorabili difendono strenuamente la loro identità spirituale cercando con molta fatica di arginare l'azione sempre più invasiva delle grandi religioni che tendono ad assimilarle con ogni mezzo.


Alieni da tutta Europa

A proposito di ossigeno, ecco un'altra bella boccata d'aria pura: nella rassegna "Graal Empire" che noi del LabGraal stiamo conducendo al cinema Empire di Torino, abbiamo organizzato un convegno sugli UFO con scienziati e ricercatori provenienti da tutta Europa.
Il convegno ha avuto, a detta di tutti, il grande merito di affrontare un argomento non facile in maniera scientifica ed esaustiva. Gli scienziati che prendevano parte al convegno erano ricercatori specializzati nelle varie discipline scientifiche che hanno affrontato l'argomento delle intelligenze diverse da punti di vista differenti ma con l'intento comune di trovare delle risposte ad un quesito che non può essere preso alla leggera: esistono intelligenze extraterrestri? E se sì, ci hanno già fatto visita?
Dicevo "una boccata d'aria pura" perchè a contatto con questi scienziati stranieri si aveva l'impressione di poter attivare una ricerca seria senza pregiudizi o scetticismi inutili. Si portava all'attenzione del pubblico un lavoro onesto, obiettivo, con tesi supportate da dati scientifici.
Il Italia non siamo abituati a questo. I veri alieni erano loro, gli scienziati. In Italia siamo abituati a convivere con una cultura che ci propina ogni giorno i patarassi della politica, con i quotidiani e i settimanali che ci danno del mondo in cui viviamo un'immagine senza speranza, con la divulgazione scientifica affidata a sette e settucole, a dinastie e a personaggi che senza alcuna qualifica ti dicono cosa è serio e cosa non lo è.
Gli UFO non sono un argomentro serio. Parliamo piuttosto della crisi dell'Alitalia, di Carla Bruni, del festival di Sanremo. Ma non di intelligenze diverse, per carità. Oppure parliamone per demonizzare, per fare una caccia alle streghe. Chi si occupa di UFO o è strambo o ha solo tempo da perdere, perchè si sa che gli UFO non esistono.
Queste sono la cultura e la ricerca in Italia. Ma il 13 marzo all'Empire si respirava tutt'altra aria. La cosa più bella era che le persone uscivano dalla sala con lo sguardo luminoso e comunicavano la voglia di approfondire la ricerca sull'argomento. Insomma, veniva attivata la curiosità. Credo che questo sia il risultato più importante per un convegno.
I relatori hanno espresso in modo pacato le loro teorie e i loro studi supportandosi con audiovisivi (power point e video) che rivelavano testimonianze su argomenti a dir poco esplosivi. Eamonn Ansbro, astronomo e direttore dell'Osservatorio astronomico di Kingsland, Irlanda, ha mostrato ampie documentazioni su avvistamenti fatti dal suo osservatorio. L'ingegnere e giornalista di Sky TV Londra Miles Johnston ha parlato (con documentazioni video) di una forma di intelligenza ancora sconosciuta. Jacques Collin, scrittore di Lione, ha relazionato sulle sue sensazionali scoperte sull'intelligenza dell'acqua. Marina Lopez, presidente dell'European Ufo Survey, ha messo a disposizione le sue ricerche e le sue informazioni sulle strumentazioni necessarie per le rilevazioni delle visite extraterrestri. Giancarlo Barbadoro, insieme con Annibale Leggio, ha parlato dei clamorosi fatti inspiegabili di Caronìa in Sicilia, con una testimonianza video. Danilo Tacchino ha parlato di ufologia da un punto di vista sociologico, Eugenio Ballini di abductions.
Io ho dato un mio piccolo contributo con una relazione sulle visite aliene nei miti dei Popoli naturali.
Il convegno è durato dalle 18 all'una di notte, con un breve intervallo per un buffet. La dimostrazione della riuscita del convegno è stata la massiccia presenza del pubblico, che ha affollato la sala già dall'inizio e non ha mollato l'attenzione fino alla fine.


Meditazione e spiritualità laica

Abbiamo la presunzione di pensare che il LabGraal stia impostando a Torino un nuovo modo di fare cultura. Nella rassegna "Graal Empire che stiamo organizzando nella piazza più "in" di Torino, accanto al teatro, alla musica, ai convegni abbiamo voluto introdurre anche la meditazione e l'ecospiritualità.
Sentiamo da tempo nelle persone l'esigenza di una ricerca spirituale libera e senza dogmi. Oggi si parla molto di spiritualità laica, noi invece ne parlavamo già in tempi non sospetti. Il CD "Dreaming" che abbiamo registrato in Australia insieme con Jida Gulpilil andava in quella direzione: volevamo comunicare al pubblico uno stato mistico vissuto con la comunità aborigena. Una "visione" vissuta insieme. Un percorso intimo che è poi proseguito e si è manifestato in maniera estesa, se pur simbolica, nel film "Shan".
Inserire la meditazione in una rassegna di teatro, musica e cultura può essere azzardato, una sorta di provocazione. Ma il pubblico ci premia con la sua attenzione e la sua numerosità, e ci fa capire che apprezza la nostra ricerca.
La meditazione della mezzanotte del 24 dicembre, con letture di poesie da parte di vari poeti e la musica di Giancarlo, aveva rivelato che esisteva una fascia di pubblico che cercava un contatto con il mistico che non passasse attraverso i dogmi religiosi.
L'incontro di meditazione di giovedì 27 marzo scorso era invece dedicato ad un tema a noi particolarmente caro: l'animalismo. Il tema scelto, le riflessioni, le poesie, la meditazione condotta con il flauto di Giancarlo hanno creato una situazione che ha coinvolto tutti i presenti in un'empatìa collettiva. Tutti, nessuno escluso, siamo rimasti toccati dalla serata per aver vissuto insieme un momento mistico e allo stesso tempo denso di consapevole dolcezza.
I partecipanti, Gianfranco Faletti e Roberta Vitullo del Cascinotto di Collegno, Alida Rovera della Scuola Interazione Uomo-Animale di Bologna, Gino Steiner Strippoli, hanno contribuito con le loro poesie e riflessioni a mostrare un mondo invisibile: quello dell'amore per gli animali. Amore, rispetto, emozioni che a volte per pudore non si mostrano abbastanza, ma che in serate come queste vengono fuori in maniera dirompente.
Ho chiesto a Gino di leggere una mia poesia per Dana, perchè dopo tre anni la ferita è ancora aperta e non sarei riuscita a leggerla. Grazie Gino, mi hai fatto un prezioso regalo.
Lo struggente flauto di Giancarlo ha concluso l'incontro lasciando in tutti un senso di commozione e la voglia di continuare in questa direzione.

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