Rosalba's BLOG
Maggio - Luglio 2006
Storyboard semiserio tra pettegolezzi, riflessioni, fatti strani e altro...
Un particolare ringraziamento al webmaster Giancarlo (detto anche l'"Espertone") che tormento ogni giorno e senza il quale non potreste leggere questo Blog!
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29 luglio 2006
Il primo ciclo del "Garage" si è concluso nel modo più soddisfacente che potessimo aspettarci. Sapevamo che il periodo (luglio) non era dei più idonei per iniziare un'attività culturale, ma volevamo fare una esercitazione, mettere in moto la macchina, per poi partire a pieno ritmo dopo l'estate.
È stato un esperimento, e devo dire che è ben riuscito. Volevamo mettere in moto un modo nuovo di fare cultura, uno spazio libero dove poter parlare di temi difficili e dove fare della "vera" informazione, non lottizzata e non inquinata dalle ideologie di parte. Noi del gruppetto di sperimentatori non osavamo sperare che già in questo primo ciclo il pubblico accorresse così numeroso e soprattutto così attento verso le problematiche proposte.
Abbiamo concluso il ciclo di incontri con un argomento che mi sta particolarmente a cuore: una tavola rotonda sul tema "Gli animali hanno l'anima?". Gli oratori che ho interpellato hanno accettato senza esitazioni, e così l'affluenza è stata
numerosa sia dietro che davanti al tavolo della conferenza.
Michele Suma, responsabile del rifugio Il Cascinotto, Gabriella Crema, giornalista e scrittrice, Marina Berati delle Edizioni AgireOra, Elisa Quagliotti, veterinaria, Miriam Madau, medico consulente in omeopatia veterinaria, Valter Fiore dell'associazione La Cincia, Giancarlo Barbadoro, poeta del LabGraal, con la mia conduzione hanno dato vita ad un dibattito su un tema volutamente provocatorio che voleva affrontare alla radice le motivazioni che possono far accettare alla stragrande maggioranza delle persone una situazione così aberrante come quella che vivono gli animali sul nostro pianeta.
Ognuno dei relatori ha affrontato il problema dal suo punto di vista ed ha fornito, con sfaccettature diverse, spunti di riflessione che potrebbero dare origine ad almeno altre 10 serate come questa.
Eravamo tutti dalla stessa parte della barricata, ognuno con un approccio diverso, non in antitesi ma semmai complementare. Tanto che, a fine serata, è sorta l'idea di creare un osservatorio sul problema della tutela degli animali, in cui trovarci periodicamente per scambiarci idee, informazioni, programmi.
Il pubblico ha apprezzato e credo non sia rimasto indifferente alla passione che trapelava da ognuno di noi nell'affrontare il problema della situazione degli animali.
Non è un problema facile. A monte c'è una mentalità che riesce a far accettare come normale il fatto che degli esseri viventi, in grado di gioire e soffrire come noi, vengano torturati, uccisi, usati come cibo e come cavie, vivisezionati. Il più delle volte in maniera totalmente inutile e gratuita.
Eppure ci sono molte persone che non colgono l'assurdità di questa situazione. Che pensano di vivere in un mondo civilizzato, che ritengono che la nostra società sia progredita. Ma come può essere progredita se è basata sulla sofferenza delle altre specie?
La stessa supina accettazione, in un passato nemmeno molto lontano, è avvenuta per il problema della schiavitù, o, in epoche ancora più recenti, per le violenze, le sopraffazioni e le perversioni a cui sono stati sottoposti i Popoli indigeni.
La società maggioritaria, disegnata dalle ideologie delle grandi religioni, riesce a far sembrare che sia normale usare i più deboli nei modi più atroci per un presunto "progresso".
Ma c'è chi non ci sta. E la settimana che abbiamo davanti la passeremo insieme a migliaia di persone che rifiutano questo stato di cose.
Io e Giancarlo anche quest'anno parteciperemo al Working Group on Indigenous Populations dell'ONU di Ginevra. Porteremo con noi i Labs in veste di delegati della Ecospirituality Foundation. Ci ritroveremo con i nostri fratelli Nativi di tutti i continenti e sappiamo già che questa volta il clima sarà particolarmente festoso perché è stata finalmente approvata la Dichiarazione dei Diritti dei Popoli Indigeni. Manca solo la ratifica dell'Assemblea Generale, ma è scontata.
È una grande vittoria, dopo anni di lavoro, di discussioni, di sgambetti da parte di chi voleva ostacolare questo processo. E credo proprio che il nostro operato sia servito per inserire i temi a noi cari: la salvaguardia delle tradizioni e dei luoghi sacri dei Popoli naturali.
Quest'anno andremo con ben quattro mandati: oltre agli Apache, agli Aborigeni australiani e ai Bretoni rappresenteremo anche il Popolo Bassa del Camerun. Questi ultimi ci hanno chiesto in maniera accorata di aiutarli a difendere il loro luogo sacro, una montagna sulla cui sommità è stata posata in modo arbitrario una croce cattolica e una statua della madonna.
Ci stiamo sentendo tutte le sere, freneticamente, con Ola e Mike (che con mia immensa gioia hanno superato benissimo i loro problemi di salute), con Jida e Gary, con Céline e i suoi, con i nuovi fratelli del Camerun. Stiamo concordando gli appelli all'ONU, e c'è aria frizzante, c'è tanto entusiasmo nel mandare avanti le comuni imprese. C'è amore, c'è vera fratellanza.
È incredibile il mondo dei Popoli naturali. Una realtà sommersa, invisibile, eppure presente nella storia, pronta a farsi scorgere da chi sa vedere. Il linguaggio è lo stesso, al di là del colore della pelle e della cultura di provenienza. Siamo tutti uguali sotto le stelle. Ma c'è chi le stelle non le guarda, troppo occupato a cercare di sopraffare gli altri; c'è invece chi sente un richiamo irresistibile e non può fare a meno di rivolgere lo sguardo verso il cielo stellato, e pian piano scopre che vicino a lui ci sono tanti altri che guardano lo stesso cielo, con lo stesso stupore, con la stessa magia. Esseri di forme diverse, con la pelle di colori diversi, eppure fratelli.
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26 luglio 2006
Questa volta lo scenario era la piazza del Municipio di Settimo Torinese. Rassegna "Fuori Tutti". Altro bagno di folla, di nuovo un grande abbraccio collettivo iniziato e finito al suono della cornamusa. È davvero emozionante quando, alla fine dei concerti, tutto il pubblico si alza in piedi per accompagnare con il battito delle mani la "sigla" finale eseguita con tamburi, cornamusa e tastiera. Ormai è una consuetudine, e guai se non la suoniamo.
Ma devo dire che molte delle persone che seguono i nostri concerti ci seguono anche nelle nostre battaglie. Nonostante la torrida estate, in questo primo ciclo sperimentale del nascente "Garage di Arte e Cultura Nel Segno del Graal" sono davvero molti a partecipare ai nostri incontri. Incontri in cui riversiamo le nostre passioni, le nostre idee, le nostre battaglie.
"Uno spazio per dare una giusta informazione nel mondo della disinformazione". Il gruppo che si impegna in questa iniziativa lo fa con lo stesso impegno con cui dà il suo volontariato per gli animali o gli anziani o i malati. Anche questo è un servizio sociale. Sono importantissime le azioni umanitarie e il sostegno alle fasce deboli, e nessuno di noi si tira mai
indietro. Ma è altrettanto importante una libera circolazione delle idee, una azione per creare lo spazio per una giusta informazione, una ricerca senza limiti o confini.
Con il gruppo del "Garage" il dibattito è continuo. Abbiamo deciso di trasferire in un posto fisico, aperto a tutti, il
dibattito virtuale già creato da tempo con la nostra trasmissione del martedì sera su Radio Flash (molto seguita anche online su www.radioflash.to).
Parlare di crop circles o di UFO è meno importante che parlare dei diritti umani? No, non sono d'accordo. Esiste purtroppo ancora oggi una "caccia alle streghe" ideologica, un conflitto tra morali religiose e pensiero laico, e può capitare che
senza accorgercene subiamo la censura delle idee. La discriminazione tra "argomenti seri" e "argomenti poco seri" purtroppo esiste eccome, e si insinua nelle nostre case e nella nostra mente. Argomenti che ci facciano intuire che esiste una realtà misteriosa, ancora tutta da scoprire, possono essere scomodi per i difensori dello status quo.
I cerchi nel grano sono un esempio lampante. Esistono, sono sotto gli occhi di tutti, eppure vengono trascurati e trattati alla stregua di un pettegolezzo estivo.
Quando Giancarlo propone una conferenza sull'argomento, tuttavia, la sala è sempre strapiena; segno che la cosiddetta "gente comune" il problema lo sente eccome. E si interroga. Ma poi rimane con mille punti interrogativi in testa, e magari con la
spiacevole sensazione che "tanto è impossibile trovare una spiegazione".
Io invece credo che non tirarsi indietro di fronte all'aspetto misterioso dell'universo che ci circonda, non nascondere la testa sotto la sabbia, ci faccia crescere. Ci renda liberi. E magari ci porti ad avere una visione un po' più realistica della nostra situazione. A considerare che la nostra vita affonda nel mistero più fitto. Mistero in ogni direzione. Dentro di noi, fuori di noi, vicino e lontano. Wakan Tanka, il Grande Mistero, circonda interamente il nostro piccolo spazio quotidiano. Siamo come sul bordo di un abisso infinito, convinti che quel granellino di sabbia che ci sostiene sia solido e sicuro. Per dirla con gli Aerosmith: We're living on the edge...
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16 luglio 2006
Il nostro pubblico è meraviglioso. Ci dà fiducia, è attento, e accoglie le nostre maturazioni e le nostre intuizioni al di là di quello che ci possiamo aspettare.
Il nostro è un gruppo musicale del tutto particolare: usiamo la nostra musica come uno strumento per uscire dalle false illusioni, per rompere le convenzioni, per creare uno squarcio nell'immobilismo del sogno quotidiano. Lo facciamo con i nostri strumenti musicali, con la mia voce, con le poesie di Giancarlo.
E il pubblico ci segue sempre. Non c'è volta che non sentiamo sintonia con chi ci ascolta. È come se partecipassimo tutti insieme ad un rito collettivo, che inizia e finisce con la cornamusa di Luca, che è scandito dalle parole evocative delle poesie di Giancarlo, accompagnato dal bouzuki di Andrea che arriva al cuore, e dal tuono dei tamburi di Gianluca. Alla mia voce spetta il compito di tracciare il percorso.
L'altra sera, quando siamo saliti sul grande palco della prestigiosa rassegna di Colonia Sonora, erano davvero tantissimi ad aspettarci. Una grande folla attenta, partecipe, entusiasta. Di più non potremmo proprio desiderare.
Quando il rito è iniziato, e le parole di Giancarlo si sono levate da sole nell'immensa piazza, mi sono venuti i brividi. Qualcosa stava squarciando il velo dell'immobilismo, e noi, il pubblico, tutti coloro che erano lì, in carne ed ossa e non, stavamo varcando senza esitazione una soglia passando da quello squarcio che avevamo aperto con la nostra musica.
Il nostro pubblico ci segue entusiasta anche nei nostri percorsi meno convenzionali, come l'ultimo parto, Dreaming. È come se maturassimo tutti insieme, come se non ci fosse chi suona e chi ascolta, ma fossimo un tutt'uno. Ogni concerto è un'esperienza che rimane scritta sui nostri cuori, indelebilmente. Ogni volta è una magia, un travaso di amore e insieme una battaglia per i comuni ideali.
Ci sentiamo infinitamente fortunati, noi Labs, ad avere un pubblico così sensibile. E mi chiedo chi sono le persone che ci seguono, chi siamo, da dove veniamo, noi così particolari, così insofferenti verso le ingiustizie, le convenzioni, il
manierismo; in quale fascia potremmo mai essere catalogati, noi che ci riconosciamo negli stessi ideali ma senza avere etichette, noi che ci entusiasmiamo per la prospettiva di un rapporto più vero con la nostra esistenza, ma senza bisogno di maestri o guru né tantomeno un qualsivoglia credo religioso o ideologico.
Nei nostri concerti lanciamo dei messaggi forti e senza equivoci. Ci battiamo per gli animali, per le fasce deboli, ma anche per una libertà spirituale, per una ricerca laica, senza dogmi. E ogni volta il pubblico ci manifesta tutto il suo consenso.
Siamo in tanti a volere le stesse cose. Chi è che vuole farci credere di essere solo un'esigua minoranza?
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13 luglio 2006
Ogni volta che ci incontriamo con Stefano, il "nostro" regista, a fine serata ci troviamo sempre tutti quanti con gli occhi che brillano e con le tremila idee scaturite nella serata che sballonzolano nei nostri cervelli.
Stefano è una persona paziente ed estremamente determinata. Ci vuole davvero molta pazienza per stare ai tempi del LabGraal, e oltretutto sia noi che lui siamo sempre alle prese con i mille progetti da terminare. Ma alla fine, non so come, Stefano riesce a fare in modo che i nostri percorsi si incrocino, e magicamente le cose si mettono in moto.
Da tempo abbiamo un simbolico cassetto pieno di progetti da terminare insieme, tutti allettanti e grandiosi; ma evidentemente i tempi non erano maturi.
Ci siamo rivisti dopo circa un anno di tentativi di incontri mai riusciti per via degli impegni reciproci. Una vita fa. Sembra un secolo fa il tempo degli spettacoli teatrali al Regio e al Teatro Nuovo.
Nel frattempo sono successe cose, abbiamo seguito percorsi paralleli in universi paralleli. Pur non rinnegando nulla, non siamo più gli stessi.
Ma adesso è tempo. It's time. Qualcosa, nell'orologio cosmico degli eventi, ha decretato che eravamo maturi ed era il momento giusto per incontrarci. E difatti il Progetto con la P maiuscola è varato. Non voglio dire di più per scaramanzia, e non ho nemmeno la minima idea di che cosa salterà fuori. Ma l'importante è che noi Labs e Stefano ci siamo capiti sulle intenzioni. Ci siamo capiti più a livello intuitivo che razionale, ma sento che l'intesa c'è stata. Siamo riusciti a trasferirgli in una sera il nostro percorso di un anno e a colmare le lacune degli incontri mancati.
Ora i viandanti si sono ritrovati e possono partire per una nuova impresa.
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3 luglio 2006
Che belli i party a sorpresa! Quest'anno, per via dei molteplici impegni, purtroppo non sono riuscita ad organizzare la mia solita festa di compleanno in favore degli animali abbandonati, e così ieri i miei amici mi hanno voluto stupire organizzando un party a mia insaputa.
In realtà la ricorrenza era già passato da un pezzo: cadeva proprio nei giorni in cui ero a New York, e devo dire che il fatto di essere là (soprattutto visti gli scopi del viaggio) era per me già un motivo più che sufficiente per sentirmi ampiamente soddisfatta di come avevo passato quel 19 maggio.
Ma le feste a sorpresa sono un godimento, sia farle che riceverle, soprattutto se il regalo consiste... in un bel MACBOOK!!!!
È il mio primo MacIntosh, finora mi ero spinta fino ai vari gadget firmati Apple come Ipod, Ipod Nano, Ipod Shuffle, con
tutti gli accessori annessi e connessi. L'ho sempre detto che dentro di me sento di appartenere alla setta dei MacIntoshani,
ma confesso che sono un po' intimorita da quella bella mela che ammicca dal dorso del mio nuovo MacBook. Per ora mi limito a guardarlo, accarezzarlo, baciarlo. Non l'ho ancora usato, devo prima farci amicizia. Sentire che anche lui mi ama come sento già di amarlo io.
È nero, fighissimo, con la mela bianca che si illumina quando lo accendo. Chissà quante cose sa fare. Ma le scoprirò pian piano, non ho fretta. Ha perfino il telecomando, e fa le foto e i film! Se uno non sta attento e batte un tasto sbagliato si trova immortalato con l'espressione idiota di chi fissa lo schermo chiedendosi "ma come cribbio si fa ad uscire da questo
programma?" Per ora mi limiterò ad usarlo come un PC (spero che non si offenda), perché il mio MacBook ha anche un sistema Windows incorporato. Il regalo è stato fatto con la complicità di Giancarlo, che per amore è andato contro le sue convinzioni religiose e si è alleato con la setta dei MacIntosh.
Non ho avuto sospetti fino all'ultimo, ma in realtà ieri mi sembrava di vedere tutti un po' strani. Lo attribuivo al fatto che eravamo reduci da un bel concerto ed eravamo tutti un po' flippati. Sono arrivati in massa a Dreamland dove abbiamo la sala prove e dove di solito la domenica c'è chi va e chi viene. Ieri invece sembrava un raduno dei "figli dei fiori", chi
diceva "facciamo un po' di musica?" oppure "perché non facciamo qualche danza bretone tutti in cerchio", si muovevano in branco e proponevano aperitivi e salatini, ma ogni tanto qualcuno scappava di corsa come se avesse dimenticato qualcosa. Insomma erano tutti strani, e io li guardavo sospettosa.
Poi, quando sono comparsi con una torta con sopra centinaia di migliaia di candeline, ho finalmente capito!
Ora il mio primo Mac è qui accanto a me, sulla sedia che dovrà dividere con Michelle. La precedenza a lei, è ovvio! Sono fanatica ma non pazza. Se conosceste il caratterino di Michelle capireste...
E chissà se Maya passerà facilmente dal pc al Mac? Conoscendo la sua attitudine credo proprio di sì.
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2 luglio 2006
Io e i miei compagni del LabGraal non diventeremo mai ricchi. Questo è un punto fermo. Ce lo siamo già detto più e più volte: NON vogliamo diventare ricchi. Ce lo ripetiamo sempre, così almeno quando vediamo il nostro conto corrente piangere per la desolazione in cui si trova, sappiamo che ce la siamo cercata noi.
Il povero conto corrente non fa a tempo a vedere il cachet di un concerto che già se lo vede portare via. Non fa a tempo a tirare un respiro di sollievo, che è già pronto qualche progetto urgente di SOS Gaia o qualche buona causa che non si può assolutamente non aiutare.
Ma a noi piace così. È già talmente divertente e appagante suonare in palchi prestigiosi, perché mai dovremmo privarci della soddisfazione di usare la nostra musica e il nostro divertimento per sostenere delle iniziative in cui crediamo?
Sabato scorso la nostra musica era in sostegno della causa degli Amici di Valentina. Una associazione creata da Mimma e Rossano per aiutare la loro amatissima Valentina e tutti coloro che condividono il suo problema.
Valentina è una bella e dolce ragazza affetta da Atassia Teleangiectasia. Una rarissima malattia infantile che attacca il sistema nervoso. I suoi genitori si sono accorti di qualcosa che non andava quando lei aveva tre anni, e da allora la loro vita ha preso una piega inaspettata e drammatica.
All'inizio nessun medico riusciva a dare una spiegazione. Poi è arrivata la terribile sentenza, una malattia incurabile per la quale fino ad alcuni anni fa non esisteva neppure una ricerca.
Mimma e Rossano sono persone davvero speciali. Non si sono rassegnate, non hanno gettato la spugna, non si sono chiuse in casa con la loro figlia. La grande lezione che ci danno è racchiusa nella loro dignità e nella loro forza.
Per amore di Valentina, il sole attorno cui ruota la loro vita, hanno creato una rete di positività che coinvolge non solo la loro famiglia ma tutte le famiglie che nel mondo condividono il loro problema. Instancabilmente attivano iniziative tutte volte a migliorare la vita dei loro ragazzi e a finanziare la ricerca per la cura della malattia. E finalmente i frutti
cominciano a vedersi: il futuro di questi ragazzi non è più un tunnel senza ritorno, ma si affacciano le speranze. Molto probabilmente, grazie a Mimma e Rossano, in un futuro non lontano questa malattia non farà più paura.
Una volta di più sono i singoli individui, non i grandi enti di ricerca o assistenziali, a cercare di risolvere il problema. Grazie all'associazione "Gli Amici di Valentina" si stanno facendo passi da gigante verso la ricerca della cura alla Atassia Teleangiectasia, ma si sta facendo anche molto più di questo: Mimma e Rossano hanno creato una rete di assistenza e di
iniziative che hanno consentito a Valentina e a tutti i ragazzi come lei di vivere la loro patologia nell'allegria, nell'amicizia, e soprattutto di affrontare i loro comuni problemi senza sentirsi dei diversi, come purtroppo in altre situazioni molto spesso accade. Valentina e i suoi amici sono circondati da affetto e positività. Affrontano il loro problema senza nascondersi, lo gestiscono insieme. Con loro si respira serenità.
Non posso fare a meno di pensare a tutte quelle persone che senza avere dei problemi reali passano la loro vita a trastullarsi in paturnie mentali rovinandosi la vita senza nessun motivo.
A Mimma e Rossano è capitato un problema vero, che non si sarebbero mai aspettati. E ci danno una grande lezione di vita.
Mimma, Rossano, Valentina: sono felice di avervi incontrato. Vi voglio bene.
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26 giugno 2006
La "Promozione del Secolo" si è conclusa. Ora posso tirare un respiro di sollievo.
Non era facile organizzare un evento così impegnativo stando a New York, ma sapevamo di poter contare su validi collaboratori.
E infatti tutto è andato liscio e addirittura meglio di come ce lo eravamo immaginati.
Pensandoci ora, a posteriori, mi sembra impossibile che tutto sia nato da un viaggio in Australia. Anzi, da molto prima, quando abbiamo cominciato a progettare il viaggio e io e Giancarlo abbiamo iniziato a fare strani sogni. Ora che tutto è chiaro, mi sembra di poter leggere quello che è avvenuto con una chiave diversa. Tutto è andato esattamente come doveva andare, non poteva andare che così.
Quello che invece non mi è ancora affatto chiaro è dove ci porterà tutto questo.
Da questo strano viaggio in Australia fatto con il LabGraal sono scaturiti un cd e un libro. Cosa totalmente inaspettata.
Il libro è la versione stampata e ampliata del blog che avevo tenuto su internet con i miei appunti di viaggio. Mai più pensavo di pubblicarlo, ma non mi sono opposta agli eventi.
Ma è il cd il vero fatto strano. Un cd registrato a Melbourne con il Nativo Jida Gulpilil, il nostro caro Jida, che è il frutto di un'esperienza vissuta insieme e tradotta in musica.
Per fortuna tutto è successo senza avere il tempo di fare ragionamenti e di intellettualizzare l'esperienza. Non abbiamo messo filtri su quanto stava accadendo e questo ci ha aiutati a fare di getto quello che dovevamo fare, secondo un copione misterioso che qualcuno, a nostra insaputa, aveva scritto da qualche parte. Vorrei tanto conoscere il regista! Dev'essere un vero genio...
Ma al di là del fatto che tutti gli eventi in Australia si sono incastrati in un mosaico perfetto, a cavallo tra visibile e invisibile, il cd è tutto un altro discorso: piacerà? Come verrà accolto? Verrà capito?
Domande che noi Labs ci siamo posti fin dall'ottobre scorso, e che nelle ultime settimane sono diventate dei macigni fissati nelle nostre menti.
Il cd è per noi la testimonianza che non siamo pazzi, o forse è la prova che non siamo gli unici ad essere pazzi: ce ne sono anche dall'altra parte del mondo. Abbiamo incontrato delle persone che rappresentano una precisa cultura, con un'esperienza spirituale al di là delle grandi religioni. Ci siamo specchiati reciprocamente e ci siamo riconosciuti. "Abbiamo vissuto insieme una visione e l'abbiamo espresso con la nostra musica" si legge sul cd. Un gemellaggio spirituale che abbiamo voluto celebrare con queste due settimane di eventi.
Abbiamo vissuto insieme agli aborigeni il Dreaming, ci siamo specchiati ed abbiamo avuto la conferma che è lo stesso Dreaming dei Nativi europei. La stessa esperienza spirituale, quella che i Druidi chiamano Shan. Quella realtà mistica vissuta da tutti i Popoli naturali in maniera laica, senza bisogno delle grandi religioni.
È ancora presto per valutare se questo è stato capito. Ma ormai siamo in ballo e dobbiamo ballare.
La promozione è andata, ed è andata bene.
Grazie ad un ufficio stampa serio abbiamo avuto un'ottima attenzione da parte dei media.
L'evento è iniziato con una conferenza stampa da Feltrinelli a Torino, dove abbiamo presentato ai giornalisti tutta la manifestazione. Il battesimo del cd "Dreaming" è avvenuto all'Hiroshima Mon Amour di Torino, dove secondo un copione già collaudato abbiamo fatto il concerto-lancio preceduto dalla nostra trasmissione radiofonica, il tutto trasmesso in diretta su Radio Flash dalla sala Majakovskij.
Il mio libro "L'Australia che non c'è" è stato presentato nell'ambito del nascente Garage di Arte e Cultura "Nel Segno del Graal" nei locali di piazza Statuto 15, Torino. L'inaugurazione delle due settimane di eventi è stata accompagnata da una prestigiosa mostra di pittura aborigena di Domenico "Charlie" Frascà, a perfetto coronamento della manifestazione.
Abbiamo concluso la rassegna con un party dove il LabGraal ha presentato il film che abbiamo realizzato in Australia.
90 minuti di riprese sapientemente girate e montate da Luca, con il mio commento che faceva da collante. Un'ora e mezza di musica, backstage, sala di registrazione, escursioni, cavolate, scherzi, riti aborigeni, interviste, saluti e commozioni. Un film che avevamo girato per noi e che non prevedevamo di proiettare per il pubblico. Non mi sarei mai aspettata di rivederlo (per la decima volta: non mi stanca mai) in una sala piena, con la gente attentissima e partecipe.
Per noi Labs e per i nostri stretti collaboratori che hanno vissuto questa avventura insieme a noi, queste due settimane sono state un turbinìo di eventi, incontri, esperienze. L'affluenza e l'attenzione del pubblico ha premiato il nostro lavoro.
Ripercorrere, in queste due settimane, il viaggio e soprattutto l'esperienza australiana, mi ha di nuovo calato in quell'atmosfera profondamente magica vissuta lo scorso ottobre. In alcuni momenti mi sembra che Jida e Gary mi siano accanto. Sicuramente ci pensano. E considerando che la loro scienza prevede anche la magia, forse non mi devo stupire se di notte è tornato a farsi sentire il didgeridoo nella mia stanza.
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New York-Torino, 29 Maggio 2006
L'Assemblea più vasta e frequentata tra tutte le sessioni ONU si è conclusa. A questo Forum hanno partecipato più di 1.200 delegati di governi e nazioni Native da tutto il mondo, un numero impressionante che fa guardare al Forum di New York, insieme con il suo gemello Working Group di Ginevra, come ad una delle assemblee destinate a diventare tra le più incisive a livello planetario. Iniziata in sordina, soprattutto negli ultimi anni l'assemblea sta assumendo dimensioni sempre più grandi man mano che gli Indigenous Peoples prendono coscienza della loro identità e delle loro comuni radici. Una
evoluzione non prevista che rafforza la determinazione dei Popoli naturali nel difendere il loro diritto ad essere presenti alla pari sulla scena mondiale, e preoccupa alcuni governi per le conseguenze che ne possono derivare.
Se provo fare un bilancio, tra i vari viaggi di lavoro all'ONU questo mi è sembrato il più faticoso.
Ancora sbiellati dal fuso orario siamo stati subito catapultati nei meeting e nei vari lavori del Forum. La prima settimana è stata una corsa continua tra le sessioni plenarie, i lavori al computer, le liti notturne con le stampanti e le fotocopiatrici di Kinko's, la stesura della nuova declaration e la preparazione della presentazione del libro.
La seconda settimana è stata ancora più impegnativa. Come spesso succede nei nostri viaggi, proprio quando sembra che il più sia stato fatto si presentano altre interessanti occasioni per il nostro lavoro in difesa dei Popoli naturali, e noi non ci tiriamo certo indietro.
Questa danza è continuata fino all'ultimo, fino a un attimo prima di partire. Non è certo una lamentela: quello che si vive in queste occasioni è un'esperienza impareggiabile, soprattutto se vissuta non da spettatori ma "dal di dentro". E anche se
il tempo è volato; ora che sto tornando a casa ho l'impressione che siano trascorsi non 17 giorni ma mesi.
Il tempo meteorologico ha contribuito a darci l'impressione di aver vissuto a New York per più di una stagione: siamo arrivati con il freddo e il vento dell'oceano che ci faceva sembrare di essere in Scozia, partiamo con la brezza estiva e l'atmosfera da estate in Riviera. This is New York: anche il tempo è crazy.
Devo confessare che un pomeriggio, dopo lo stress della declaration e la fatica dell'organizzazione della presentazione del libro, abbiamo "tagliato" con i lavori e abbiamo fatto il percorso turistico per eccellenza: escursione alla statua della
Libertà. Correndo come matti per prendere l'ultimo traghetto e correndo di nuovo come matti per acciuffare quello di ritorno. Scene già vissute. Ma è stato molto triste e sinistro osservare il nuovo skyline senza le Twin Towers. Una ferita che New York si porterà dentro ancora per molto tempo, e la cosa è tangibile; si respira nell'aria e si percepisce nel profondo della gente.
L'ultimo giorno sono riuscita a fare due o tre cose a cui tenevo.
Un salto da Virgin in Time Square ad acchiappare in fretta alcuni dei cd che volevo acquistare per la trasmissione radiofonica. Giusto in tempo per assistere, proprio di fronte a Virgin, ad un pezzo del concerto jazz della banda della
Marina, notevole, e ad una esibizione del Naked Cowboy, terribilmente kitch!
Non poteva mancare una visitina a Central Park, il luogo sacro dei Nativi attorno cui è sorta Manhattan, e alle sue rocce magiche.
Ma la chicca è stata l'aver scoperto proprio a due passi dal nostro albergo, al 243 Lexington Street, l'Headquarters dell'Opus Dei. Come non farci un giro? Abbiamo così appurato che il Da Vinci Code è per loro un vero incubo: davanti all'ingresso c'è un tavolo con degli opuscoli e una targa con la scritta: "Per i fans del Codice Da Vinci: se siete
interessati alla verità sull'Opus Dei prendete uno". Per tutto il tempo in cui abbiamo sostato a fare foto, siamo stati tenuti d'occhio da una signora in tuta con cellulare all'orecchio.
Ora che sto tornando a casa avrei solo voglia di riposarmi e stare con le mie micie sul divano a coccolarci e guardare insieme dei bei film. Col cavolo! So già che la "Promozione del Secolo" è lì in agguato: l'uscita del cd Dreaming, che abbiamo registrato in Australia, è prevista per il 10 giugno nell'ambito di due settimane di eventi che faranno da corollario.
Sarà un lavoro piuttosto impegnativo perché questo cd tutto particolare è il frutto di un'esperienza vissuta insieme tra Nativi europei e Nativi australiani, e occorre cercare di farlo capire nella maniera giusta.
Ma questo lavoro che ci aspetta si collega benissimo con quello appena svolto a New York, anzi sembra proprio la sua ideale
prosecuzione. E credo che il gruppo di collaboratori che si stanno occupando della promozione se ne rendano conto benissimo: c'è stato un filo diretto New York- Torino per tutto il periodo, in cui ci si scambiava dati, informazioni, idee, bozze.
Coraggio ragazzi, sto arrivando, e anche se sarò fusa dal fuso, I'm ready for the storm.
Al ritorno da queste sessioni a stretto contatto con tutti i Popoli naturali del pianeta ci si sente un po' spaesati, tutto sembra fuori posto. Sembra impossibile che quella realtà che si vive concretamente per due settimane, fatta di pragmatismo e semplicità, di trasparenza, fratellanza, aiuto reciproco, in cui i valori del Trascendente sono naturalmente mescolati con
la quotidianità, improvvisamente scompaia per lasciare posto alle convenzioni, alla falsità, alla non chiarezza, alla sopraffazione, ai valori effimeri basati sul denaro, la carriera, lo stato sociale. In un unico concetto: al mondo disegnato e controllato dalle grandi religioni.
Al termine dei lavori, nel momento dei saluti, si percepisce l'entusiasmo per l'impresa comune ma anche un po' di sgomento nella consapevolezza che ognuno tornerà alla propria comunità a contatto con un mondo ostile. Che si dovrà riprendere a lottare per assicurarsi uno spazio di dignità e di libertà per le proprie idee, per superare i pregiudizi dovuti all'ignoranza o, peggio, alla malafede.
Neil, l'australiano conosciuto al Forum, ci ha detto: "Io sono un prodotto dell'assimilazione. Sono stato assimilato. E mi sono ribellato". Questa sua consapevolezza lo ha portato a creare un network per unire tutti i clan aborigeni. Roberto, il nostro amico della comunità Taino di Porto Rico, è convinto che finchè non ci sarà una consapevolezza globale dell'ingiustizia prodotta dalle grandi religioni verso i Popoli indigeni, non ci potrà essere una reale soluzione ai loro problemi. Questa è l'aria che tira. I delegati inviati all'ONU sono tutti consapevoli della causa dei loro problemi. Tutti, tranne quelli (pochi per fortuna) che giocano contro in maniera subdola; ma di solito non resistono molto, perché vengono subito smascherati.
Il prossimo appuntamento dell'assemblea mondiale dei Popoli naturali è il Working Group di Ginevra a luglio. Verrà finalmente data una versione finale alla Draft Declaration, in modo che l'ONU la possa votare? Siamo ormai alle fasi finali e i detrattori non sanno più cosa inventarsi per fermare questo processo.
Nella bozza della Dichiarazione dei Diritti dei Popoli Indigeni su cui stiamo lavorando ormai da anni si parla del diritto di manifestare le proprie tradizioni, le proprie usanze, di celebrare i propri riti, di usare i propri luoghi sacri. Si parla del riconoscimento dell'identità spirituale di ogni Popolo naturale. Quando finalmente la Carta verrà approvata, sarà la base per fare un salto di qualità e per togliere i Popoli naturali dal sommerso in cui sono stati relegati. Sarà la base per una nuova umanità e un esempio tangibile di come si possa vivere la spiritualità al di fuori delle grandi religioni.
Come dice una canzone nativo-americana: "Revolution is in the air..."
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New York, 27 Maggio 2006
La conclusione dei lavori di un'assemblea mondiale delle Nazioni Unite dedicata ai Popoli indigeni è sempre occasione di festeggiamenti, grandi saluti, abbracci e frenetici scambi di ultime informazioni, e-mail, accordi.
Il clima è festoso, finalmente rilassato, e si respira fratellanza, speranza e voglia di costruire insieme un mondo migliore.
Nel momento dei saluti, lasciando le sale dell'ONU, quelli con l'espressione più scura in volto erano, guarda caso, le persone che durante queste due settimane abbiamo visto indaffarate a cercare di dimostrare che la Carta dei Diritti dei Popoli Indigeni è ancora prematura. Qualcosa deve essergli andato male, forse soprattutto il fatto che nonostante tutte le manovre per rallentare un processo che sembra ormai inevitabile, l'assemblea mondiale dei Popoli naturali ad ogni sessione, sia a New York che a Ginevra, acquisti sempre più forza e consapevolezza. E' talmente facile comprendersi, è talmente evidente l'unità di intenti, il percorso comune, sono
così chiare le nostre comuni radici, le oppressioni subite, la similitudine delle problematiche, da far sbiadire qualsiasi tentativo di creare fumo e divisioni.
Il forum è iniziato con la musica e si è concluso con la musica, a dimostrazione di quanto sia diversa l'atmosfera rispetto a una normale e "ingessata" riunione burocratica dell'ONU. I partecipanti, delegati di tutti i Popoli indigeni della terra, erano presenti con i loro costumi tradizionali, attrezzati di computer, cellulari ultima generazione e quant'altro. Tutto ciò è perfettamente normale ma fa effetto pensare che c'è ancora chi ha l'idea che essere Nativi e mantenere le proprie radici tradizionali significhi vivere da primitivi.
In questa intensa ultima giornata ci siamo una volta di più sdoppiati fra la sala del Forum e gli ultimi impegni.
Abbiamo incontrato il responsabile del Dipartimento da cui dipendono tutte le O.N.G., l'ente che ha attribuito alla Ecospirituality Foundation l'affiliazione all'ONU, ed abbiamo ricevuto i complimenti e l'incoraggiamento per il nostro operato. Ci è stata anche prospettata la concreta possibilità di un supporto per il concerto che intendiamo fare dedicato a Mount Graham.
Abbiamo incontrato la delegazione del Guatemala che a seguito della presentazione del nostro libro ci ha contattato per chiederci aiuto in merito al loro massimo luogo sacro, "Tulam Tzu", dissacrato dagli archeologi e il cui accesso è oggi impedito ai Nativi, una storia molto simile a quella di Mount Graham e a quella di Carnac.
Abbiamo incontrato la delegazione del governo francese a cui abbiamo sottoposto il caso del sito megalitico di Carnac chiedendo un intervento per liberare i Menhir. Siamo stati contattati da una rappresentanza di aborigeni australiani che a seguito del nostro appello ci ha proposto di unire le forze e di creare un link di aborigeni di tutta l'Australia.
Robby Romero ci ha presentato una professoressa dell'Università di Toronto interessata al caso Mount Graham che ha intenzione di promuovere il nostro libro "Natural Peoples and Ecopirituality" come libro di testo all'Università. Sempre a seguito della presentazione del libro, verranno pubblicate alcune recensioni su giornali americani.
All'uscita, dulcis in fundo, abbiamo avuto la grande soddisfazione di vedere il nostro libro in bella mostra sullo scaffale dedicato agli "Human Rights" del bookshop dell'ONU. Nella stessa libreria, sul banco, un espositore apposito è dedicato interamente all'ultimo CD del LabGraal, Dreaming, al quale hanno riservato un trattamento speciale. Un altro CD del LabGraal, Sacred Land, è esposto nella vetrinetta.
Ma se pensavamo che finito il Forum finalmente si potesse dormire un po' sbagliavamo. Stamattina, mentre tutta New York si godeva l'inizio di un lungo week-end a causa del Memorial Day di lunedì prossimo, noi invece eravamo di nuovo operativi: appuntamento a casa del rappresentante dei Taino Peoples.
Con Roberto abbiamo in piedi molti progetti, ma in queste due settimane a nessuno di noi è stato possibile trovare un attimo per parlarci con calma. Roberto è una persona molto attiva nel campo della difesa dei Popoli indigeni. E' responsabile all'ONU della World Decade of Indigenous Peoples, una commissione che affianca il Forum Permanente. In questo ambito organizza manifestazioni culturali, mostre e iniziative musicali sempre indirizzate a dare visibilità ai problemi degli Indigenous Peoples.
Molte cose ci uniscono, stesse identità di vedute su temi fondamentali. Una delle idee che ci ha proposto è di operare insieme per dare visibilità alle ingiustizie provocate dalle Bolle Papali verso i Popoli nativi di tutto il mondo. Secondo l'idea di Roberto la Ecospirituality Foundation può diventare un elemento-chiave in Europa per promuovere una giusta informazione sulle oppressioni che sono state effettuate nei confronti dei Nativi.
Altra questione di cui abbiamo discusso è il problema della dissacrazione dei luoghi sacri dei Taino, in Porto Rico. La Ecospirituality Foundation a suo tempo aveva preso una posizione e
scritto una dichiarazione in supporto alla Popolazione Taino. Ci ha fatto piacere sapere che la nostra lettera è stata letta durante una cerimonia nel loro massimo luogo sacro, e che questa nostra dichiarazione è stata accolta con commozione dalla nazione Taino.
Molte sono le cose di cui abbiamo discusso, ma il progetto più ambizioso è il concerto che intendiamo fare a New York City dedicato a Mount Graham. Roberto è insegnante e organizzatore di eventi presso il Museo di Storia Naturale di New York e la sua proposta è di ambientare questa iniziativa nel teatro del museo. Stranezze della vita. Avevo assistito ad un evento musicale in quel teatro, in passato, e ricordo che avevo pensato che mi sarebbe proprio piaciuto suonare lì.
Mentre si parlava, l'idea cominciava a prendere forma. Si è pensato di collegare il concerto al Forum sui Popoli Indigeni. Roberto ha proposto di far intervenire alcune personalità delle Nazioni Unite per la cerimonia di apertura e di fare una conferenza stampa per i giornalisti. Si è pensato di creare un evento con musica, video su Mount Graham, interventi dei personaggi invitati. Verranno invitati ovviamente Ola e Mike. I musicisti sul palco saranno il LabGraal, Robby Romero e Roberto stesso.
Roberto è stato davvero squisito ad invitarci a casa sua nonostante fosse emozionantissimo per un evento che gli sconvolgerà l'esistenza: sua moglie sta per dargli un figlio da un momento all'altro. Ma la anchor woman che è in me non ha avuto pietà: tolto il cappellino di musicista del LabGraal e quello della Ecospirituality Foundation mi sono messa quello della giornalista e gli ho fatto pure un'intervista per la mia trasmissione su Radio Flash.
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New York, 25 Maggio 2006
Abbiamo fatto il nostro discorso all'ONU di New York in difesa della spiritualità e dei luoghi sacri dei Popoli naturali. Siamo riusciti conquistarci lo spazio per il nostro appello nonostante fossero migliaia i discorsi prenotati per questa ambita tribuna, e nonostante la Presidente desse la precedenza ai rappresentanti dei governi e alle grosse organizzazioni che
radunano molte comunità indigene. Anche a noi era stato esplicitamente richiesto più volte, e da più parti, di far parte di qualcuno di questi agglomerati. Ma non abbiamo accettato di entrare in queste lobby perchè le dichiarazioni congiunte che presentano non rientrano negli interessi delle comunità che rappresentiamo.
In effetti la nostra dichiarazione è diversa da tutte le altre perché è l'unica che parla in difesa dell'identità spirituale dei Popoli naturali, delle loro tradizioni e dei luoghi sacri.
Rappresentavamo tre Comunità, tre Popoli naturali agli antipodi tra di loro, e già questo ci distingueva di molto da tutti gli altri perché non esiste altra organizzazione che si muova su un piano così vasto.
Nel Forum si sta delineando una configurazione formata da grossi agglomerati che tendono a radunare le organizzazione indigene divise per continente. Si stanno formando dei grossi blocchi, e l'ONU incoraggia questo procedere, in modo da avere degli interlocutori che parlino per ogni nazione. Questo potrebbe essere positivo e ragionevole se fossimo sicuri che tutti i rappresentanti facessero gli interessi degli Indigenous Peoples, ma non credo che sia così, visto che la Carta dei Diritti continua ad essere ostacolata, non solo da governi come
l'Australia e gli Stati Uniti, cosa scontata, ma anche da alcuni rappresentanti Nativi.
C'è molta tensione tra i Popoli indigeni e i governi. Ci sono scontri frontali e poteri
sotterranei. Nei giorni scorsi il rappresentante del governo australiano ha fatto un intervento per rallentare la stesura della Carta dei Diritti dei Popoli Indigeni e c'è stato un momento di forte ostilità da parte di tutta l'Assemblea.
Per gli argomenti che trattiamo, e per la strana liaison che rappresentiamo in quanto portavoci di tre Comunità apparentemente diversissime tra di loro, noi siamo la classica mosca bianca. E visto che molti interventi erano stati cancellati per dare spazio alle dichiarazioni dei Collettivi, la situazione era molto dura e nonostante fossimo stati tra i primi ad iscriverci alla speaker list, ormai temevamo che non saremmo riusciti a tener fede all'impegno preso.
Ci eravamo iscritti lunedì 15, praticamente è stata la prima cosa che abbiamo fatto. Martedì 23 (più di una settimana dopo), vedendo che moltissimi interventi erano stati cancellati, avevamo
ormai perso le speranze. E invece a sorpresa, alle 17,20 siamo stati chiamati a parlare. E' successo uno di quei casi fortuiti che a volte ci capitano. L'agenda prevedeva che il tema dei Diritti Umani (quello a cui ci eravamo iscritti) si sviluppasse entro martedì alle 18. La Presidente aveva stabilito di dare la precedenza agli interventi collettivi, e questi continuavano ad arrivare. Ormai era scontato che si sarebbe arrivati al termine del tempo consentito senza spazio per altri interventi.
Ma è successo un imprevisto: alcuni dei rappresentanti dei Collettivi non si sono presentati in aula, non si sa perché. Ne hanno chiamato addirittura quattro di seguito che risultavano
assenti. A quel punto la Presidente ha dovuto riprendere la lista ufficiale degli iscritti, e
noi eravamo in cima alla lista. Abbiamo parlato alle 17,20. Alle 17,30 la Presidente ha chiuso la seduta plenaria.
Un altro fatto che sembrava un impedimento e che invece si è rivelato a nostro favore è stato il dover riscrivere la declaration. Avevamo preparato tre appelli, uno per ogni Comunità che rappresentiamo, ma per via della grande affluenza al Forum non era consentito più di un intervento per ogni organizzazione. Abbiamo così riscritto la declaration sintetizzando i tre casi in un unico appello in difesa della spiritualità e dei luoghi sacri dei Popoli naturali.
Ne è risultato un appello particolarmente forte, rafforzato dalla presenza di tre Comunità di tre continenti diversi in un solo appello, e dal comune problema della difesa delle proprie tradizioni spirituali.
Il nostro appello deve aver toccato qualche corda interiore, perché ha suscitato un applauso molto spontaneo, cosa rarissima in queste assemblee. Era la prima volta che ci capitava all'ONU.
Abbiamo depositato la declaration agli atti dell'ONU e l'abbiamo distribuita in centinaia di copie. Missione compiuta.
Il giorno dopo, invece di riposarci per lo stress accumulato e per tutto il lavoro svolto fin qui, era il giorno della presentazione del libro "I Popoli Naturali e l'Ecospiritualità". Ed eccoci di nuovo in pista.
La nostra delegazione è formata da quattro persone, io, Giancarlo, Luca e Vince. Ognuno di noi ha almeno tre o quattro incarichi e deve sdoppiarsi e a volte triplicarsi. Abbiamo presentato il libro in un edificio dell'ONU adibito per i Side Events, molto ben attrezzato. Abbiamo fatto un lavoro impeccabile: il rinfresco, la pubblicità, la conferenza in due lingue (inglese e
francese), il filmato proiettato con il supporto del Mac di Andrea e delle casse del mio Ipod (piccole ma straordinariamente potenti), il servizio fotografico e le riprese video.
C'è stata molta affluenza e soprattutto si è creata una bella situazione in cui si è verificato un confronto molto sincero tra i presenti e sono nate interessanti proposte. Il filmato era la
documentazione della cerimonia Wamba Wamba realizzata da Luca in occasione del nostro viaggio in Australia. Il pubblico era formato da rappresentanti governativi e portavoci di comunità indigene di varie parti del mondo. C'era anche Les Malezer, membro australiano dello staff della Ecospirituality Foundation.
L'incontro è stato anche una poetica occasione di confronto tra bianchi e neri: dopo un acceso dibattito c'è stato un atto di consapevolezza, da parte dei rappresentanti delle comunità nere presenti, che ha sancito una comune tradizione e il caloroso riconoscimento del cuore nativo che ci univa al di là del colore della pelle.
Poi, finalmente rilassati, ci siamo concessi un caffè alla Cafeteria dell'ONU, un grande crocevia di incontri e intrallazzi (il vero Forum si svolge lì), dove infatti ho subito
incontrato Robby Romero che mi ha ricordato l'intervista mancata della scorsa settimana.
Robby Romero è una cara persona. Oltre che musicista è ambasciatore all'ONU del Native Children's Survival. In passato ha preso molto a cuore il caso Mount Graham ed ha organizzato un grande concerto per la montagna sacra a Phoenix con Carlos Santana, a cui avevano partecipato 55.000 persone, ed in cui Ola Cassadore era stata invitata a parlare del suo problema.
Ora Robby vuole riprendere con noi questa battaglia e ci stiamo accordando per creare un evento musicale qui a New York dedicato a Mount Graham, con il supporto delle Nazioni Unite e con la presenza di Ola e Mike.
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New York, 21 Maggio 2006
Se la settimana appena passata è stata dura, quella che sta per iniziare sarà molto più complicata.
La settimana scorsa si trattava di orientarsi fra tutte le procedure per assicurare un posto ai nostri appelli, ed essendo la prima volta che partecipiamo al Forum di New York, non era facile muoversi fra gli apparati burocratici dell'ONU. Da domani invece si balla...
Affronteremo la cosa più importante, ossia il discorso alle Nazioni Unite di New York in favore dei Popoli naturali che rappresentiamo.
Essendo una tribuna ambita, oggi la più importante assemblea internazionale (con il Working Group di Ginevra) per i Popoli indigeni, c'è una fila lunghissima di rappresentanti indigeni e governativi che vogliono partecipare, e già sappiamo che non sarà facile e dovremo lottare,
nonostante siamo stati tra i primi ad iscriverci alla speaker list, per assicurare un posto all'appello in favore delle tre Comunità che rappresentiamo.
Le Nazioni Unite di New York sono il quartier generale dell'ONU e questo si avverte dal continuo incrociarsi di personaggi importanti che capita di incontrare nei corridoi. Partecipa al Forum
anche Rigoberta Menchù, premio Nobel per la Pace, che avevamo già avuto occasione di conoscere a Ginevra.
Oltre all'intervento all'ONU, nostro obiettivo principale, tanto per non annoiarci e renderci la vita un po' più complicata abbiamo in programma la presentazione del libro "I Popoli Naturali e l'Ecospiritualità", scritto da me e Giancarlo con la partecipazione di Ola Cassadore. Lo
presenteremo nell'ambito dei Side Event del Forum, in un edificio dell'ONU adibito apposta a questo genere di conferenze.
Detto così sembra una cosa facile, in realtà c'è tutta una serie di cose da organizzare per non farci cogliere impreparati: fascicoli di presentazione in inglese e spagnolo, pubblicità,
inviti, rinfresco, e siccome mostreremo anche un video, Luca con il magico Mac (e le casse del mio Ipod!!!) ha anche organizzato la proiezione su maxischermo.
Naturalmente c'è poi la cosa più importante: la conferenza vera e propria in inglese, che faremo io e Giancarlo con il supporto di Vince per le traduzioni.
A proposito del libro, abbiamo avuto la sorpresa di trovarlo in bella mostra nel book shop dell'ONU, settore Human Rights, ma solo una copia in francese perché tutte le altre erano state vendute. Ovviamente ne forniremo subito altre. E nella vetrinetta dei CD in bella mostra campeggiava Sacred Land del LabGraal!
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New York, 20 Maggio 2006
La prima settimana è passata tra meeting, meeting per preparare altri meeting, celebrazioni, incontri straordinari, side events. La sera, tra un'insalata e un piatto di pasta, c'è sempre qualcosa da fare: modifiche alle dichiarazioni, brochure e libretti da adattare e tradurre. Per fortuna siamo attrezzati con il magico Mac portatile che Andrea ci ha generosamente prestato, il mio Toshiba Libretto, le preziose traduzioni di Vince e il supporto tecnico di Luca.
E di notte appuntamento quotidiano a farci il sangue marcio da Kinko's, a lottare contro le macchine fotocopiatrici che si inceppano e gli impiegati scazzatissimi che non ti aiutano.
Ma il lavoro all'ONU non ha impedito alla Commissione SOS Gaia di intervenire anche New York:
un piccione immobile in mezzo ad una strada sembrava in serie difficoltà e non potevamo certo lasciarlo lì senza fare nulla. Quando ormai, dopo aver telefonato a mezza New York, stavamo andando a prenderlo con uno scatolone per portarlo al pronto soccorso veterinario, il piccione ha pensato bene di darsela a gambe: evidentemente era solo stanco. Meglio così!
Persino il giorno del mio compleanno non ci siamo fermati tranne che alla sera, quando i miei compagni di delegazione mi hanno festeggiato in un ristorantino molto newyorkese, a lume di candela e con tanto di pianista (carino) che suonava Gershwin. Mi sono venuti a prendere con i
cappellini e le trombette, ma al ristorante si sono dimenticati della festeggiata perché Luca e Giancarlo erano troppo occupati a litigare come al solito sui loro diversi modi di intendere il suono, e Vince era occupato a filmarli (in effetti ce n'era motivo). Ma si sono fatti ampiamente perdonare regalandomi un Ipod Nano nero, fighissimo.
Ieri, 19 maggio, era anche il giorno dell'uscita di Da Vinci Code nelle sale di tutto il mondo. Anche qui c'è un discreto casino intorno a questo film. Servizi su giornali e TV, addirittura i predicatori della Bibbia si sono organizzati volantinando i loro discorsi deliranti su manifestini con l'immagine del film. E' un fenomeno dilagante che sta diventando un fatto di
costume e che al di là della polemica innescata dall'Opus Dei per via del fatto che nel film (e nel romanzo) viene messa in discussione la divinità di Cristo, per fortuna introduce nella quotidianità degli interrogativi su argomenti finora sconosciuti come il Graal, l'esoterismo, le società iniziatiche,
Oggi ci siamo concessi una tregua e finalmente ho bighellonato un po' per New York. Mi piace camminare senza meta precisa, e vedere come ad ogni angolo ci sia uno scorcio di mondo diverso.
Central Station, National Library, Time Square (con puntata da Virgin!), Rockefeller Center. Quest'ultimo è una città nella città, un grande, fantasmagorico centro commerciale, zeppo di simboli e motti
massonici, famosissimo per il gigantesco albero di Natale che vediamo ogni anno nelle TV di tutto il mondo. Il centro è stato costruito da John Rockefeller Jr. per dimostrare al padre, uno dei più grandi imprenditori della storia nonché grande filantropo, che anche lui sapeva fare qualcosa.
New York è una città pazza. Gli abitanti dicono spesso: "New York is crazy". A Time Square capita di incontrare il predicatore della Bibbia con la croce portatile appresso, e a due metri di distanza un cantante Country molto distinto che si esibisce con la sua chitarra, vestito di cappello, stivaletti e mutande. E basta. La cosa curiosa è che lo avevamo visto agghindato così, nello stesso posto, anche l'anno scorso a gennaio, con 15 gradi sotto zero.
New York oggi è una città pulita, ordinata, con basso tasso di criminalità. Ma non vorrei avere
da discutere con qualcuna di quelle migliaia di forze dell'ordine che ti trovi ad ogni angolo. Le storie che si raccontano sul loro modo di mantenere l'ordine non sono rassicuranti.
Capita anche che passeggiando tra i grattacieli variegati ognuno dei quali è un'opera d'arte firmata dai più grandi architetti mondiali, se ne incontri uno sinistro, alieno, che ci lascia un senso di inquietudine. E' nella 34esima, è diverso dagli altri, la maggior parte della sua intera superficie non ha finestre, e sembra nascondere qualcosa di inquietante. Chiediamo notizie ai negozi intorno, ma nessuno sa dirci o vuole dirci qualcosa di quell'edificio. Scopriamo che sono uffici governativi. E' lì che nascondono gli alieni?
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New York,15 Maggio 2006
Appena arrivati siamo subito stati presi dal turbinio degli eventi. In questi primissimi giorni del Permanent Forum on Indigenous Issues è tutto un susseguirsi di riunioni preliminari e celebrazioni.
La giornata inaugurale è stata caratterizzata dalla solenne cerimonia nella sala delle grandi assemblee, quella dove era ambientato il film "The interpreter", tanto per intenderci. Per dare più importanza all'evento è stato trasmesso sui maxischermo un messaggio augurale di Kofi Annan.
A seguire si sono esibiti una serie di rappresentanti Nativi di tutto il mondo che hanno eseguito danze e musiche tradizionali. E' stata una piacevole sorpresa ritrovare tra loro Robby Romero, un cantante nativo americano piuttosto noto in America, amico di Ola Cassadore, che per molto tempo ha supportato il caso Mount Graham. Conoscevo Romero perché ha partecipato ad un
video sulla montagna sacra che ha fatto il giro del mondo. Anche lui è stato piacevolmente sorpreso perché da tempo cercava inutilmente di contattare la Apache Survival Coalition per continuare a dare il suo contributo alla lotta.
Siamo qui da due giorni ma sembra un tempo indefinito. Anche se non ci crederete, lo dico per la cronaca: stiamo lavorando come cani. Di giorno riunioni, di sera preparazione del materiale cartaceo, stampa e fotocopie da Kinko's. Luca e Vince possono testimoniare.
Gli incontri preliminari di sabato e domenica, preparatori al Forum, hanno rivelato tensioni e forze contrastanti, dovute alla mancata approvazione della Carta dei Diritti dei Popoli
indigeni, un documento a cui anche la Ecospirituality Foundation ha dato il suo contributo, che
se verrà finalmente approvato dall'ONU segnerà una tappa fondamentale per la tutela dei diritti
dei Popoli naturali. Ma, non si sa perché, c'è sempre qualcuno o qualcosa che ostacola l'agognata approvazione.
Lo scorso dicembre per questo motivo un gruppo di Nativi ha addirittura fatto uno sciopero della fame davanti al Palazzo delle Nazioni Unite di Ginevra, durato due settimane.
Ma al di là delle comprensibili tensioni, il clima che si respira in queste occasioni fa notare la grande differenza che esiste tra la cultura dei Popoli naturali e la società maggioritaria disegnata dalle grandi religioni.
In queste assemblee il contatto con i Nativi fa toccare con mano che è possibile vivere con semplicità, ma senza essere banali; respirare tangibilmente la fratellanza, giocare con la vita senza prendersi troppo sul serio, pur facendo grandi cose.
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New York, 13 Maggio 2006
New York, New York. Città e stato, tutto insieme. Patria del capitalismo ma anche dei più grandi movimenti di contestazione culturale americani. Sarà banale dirlo, non sarà da "allineati" secondo certi luoghi comuni, ma è una città dove torno sempre volentieri.
Nonostante non ami le grandi città, qui mi trovo bene, a mio agio. New York è casino puro. Si respira un'aria liberal, laica, si trova tutto e il contrario di tutto. Il moralismo soffocante che si respira in tutto il resto degli USA qui sembra affievolito, non ha presa. E' una città che ha saputo reagire con forza e dignità allo choc dell'11 settembre e che non si piange addosso. Per celebrare le migliaia di morti delle Twin Towers, invece di deprimenti celebrazioni ha scelto la risata e l'ironia, lo ha fatto da subito: appena una settimana dopo l'attacco terroristico il sindaco Giuliani ha organizzato uno spettacolo a cui hanno partecipato gli
artisti e personaggi newyorkesi più famosi, da De Niro a Woody Allen, Paul Simon, Martin Scorsese e moltissimi altri, il cui scopo era proprio dimostrare che si poteva e si doveva reagire.
Le contraddizioni sono tante e ad ogni angolo. Solo qui può capitare di vedere un barbone in ginocchio nella Fifth Avenue mentre prega davanti ad un laptop MacIntosh con una croce sullo schermo. Ma la contraddizione più grossa, quella che ci colpisce di più, è sempre la stessa: non c'è l'ombra dei legittimi proprietari di questo territorio. E' stato venduto agli spagnoli per poche perline colorate senza valore.
E noi siamo qui proprio per questo antico motivo. Per difendere gli interessi di "coloro che c'erano prima " e a cui è stato tolto tutto con l'inganno.
Io e Giancarlo siamo qui come delegati ONU della Ecospirituality Foundation per partecipare alla Sessione del Permanent Forum on Indigenous Issues, l'organismo più importante, insieme al Working Group di Ginevra, per la difesa dei Popoli indigeni. Questa volta, oltre al mandato degli Apache e dei Bretoni, abbiamo anche quello degli aborigeni australiani: siamo stati nominati rappresentanti della Nazione Wamba Wamba che raduna tutti i Clan del Nord-Ovest dell'Australia.
Siamo onorati della fiducia che questi Popoli naturali ripongono in noi e siamo qui per rappresentarli e per parlare a loro nome. Lo scopo è quello, una volta ancora, di dare visibilità ai popoli invisibili e ai loro problemi: portare all'attenzione mondiale la realtà dei Popoli naturali è l'unico modo perché le loro tradizioni non muoiano.
Le cose qui non sono cambiate molto da 500 anni a questa parte. Agli Apache oggi è stata tolta con l'inganno la loro montagna sacra così come 500 anni fa MannaHatta (antico nome di Manhattan) è stata rubata con l'inganno alla Nazione Oneida.
MannaHatta era (ed è) un territorio sacro, gli indiani dicono che la Terra lì sotto emana un vortice di energia tanto potente da attrarre le persone e non lasciarle andare via. Sarà per questo che tutti vogliono vivere a Manhattan? La richiesta era tanta che hanno dovuto inventare i grattacieli per farla crescere in altezza, visto che l'estensione non bastava a contenere tutti.
Il centro del vortice di energia sarebbe nel cuore di Central Park, dove esistono le famose rocce antiche che sono servite per le fondamenta di molti grattacieli. Central Park... chi o che cosa è riuscito a difendere questa oasi naturale e irreale, nel cuore della città, da una esplosione edilizia abnorme che non ha eguali? Quali sono le reali forze contrapposte che permettono la convivenza dei mostri giganti di acciaio e cemento con un paradiso naturale, difeso oltre misura? Anche gli animali che lo abitano godono di un trattamento del tutto speciale, del resto a New York esistono animalisti agguerritissimi che sono riusciti ad ottenere che una coppia di falchi potesse nidificare sui tetti di un elegantissimo grattacielo, protetta dalle autorità, e recentemente che il sindaco facesse in gran fretta una galleria sotto un edificio storico protetto, violando una serie di regolamenti nazionali, per salvare una gattina rimasta imprigionata.
Pare che proprio intorno ad un albero secolare dell'attuale Central Park sia nato, prima della conquista spagnola, il primo esempio di nazioni unite, le Six Nazions, sotto la spinta degli Elders Irochesi che volevano porre fine alle guerre tribali con gli Algonchini e che forse presagivano un pericolo incombente. Algonchini e Irochesi si sono distinti da altre tribù dedide alla caccia: la loro risorsa è sempre stata l'agricoltura e la maggior parte di loro non si ciba di animali.
La Tribù Oneida, l'antica proprietaria di Manhattan, della federazione algonchina, è considerata la più antica etnia di Nativi americani. E' chiamata la "Tribù della Standing Stone" per il suo legame con il megalitismo. Oggi non vive più nel suo territorio, venduto ai primi missionari spagnoli per pochi centesimi. Vive in una riserva, nei pressi di New York. A MannaHatta non ci sono indiani. La Brodway, antica strada indiana (anche in questo caso il nome è quello originale) che attraversava il territorio sacro, e che oggi attraversa Manhattan per tutta la sua diagonale, è percorsa da ogni razza tranne che dall'unica che avrebbe il diritto di passeggiarci.
"Brooklin, Bronx, Queen and Staten, from the Battery to the top of Manhattan, Asian, Middle East, Turk and Latin. Black, White, New York you make it happen" dice una canzone dei Beastie Boys. Ma non nomina gli indiani e nessuno sembra accorgersi del paradosso.
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11 Maggio 2006
AI CONFINI DELLA REALTA'
Le News contro la disinformazione
UFO: a chi giova nasconderli?
UN HACKER SCOPRE I SEGRETI DEGLI UFO NEL COMPUTER DELLA NASA
L'hacker Gary McKinnon afferma che violando i computer della NASA ha scoperto che negli archivi segreti la NASA conserva delle verità sorprendenti riferite agli extraterrestri. Oltre a numerose testimonianze fotografiche di astronavi aliene, la NASA sarebbe in possesso di tecnologia aliena, fonti di energia illiminata di origine extraterrestre, anti-gravità.
McKinnon sostiene anche che è prassi consolidata della NASA cancellare regolarmente le immagini UFO dalle immagini satellitari ad alta risoluzione.
Ora Gary McKinnon è accusato di aver causato 700 mila dollari di danni ai computer militari della NASA e rischia l'estradizione dagli USA.
GLI UFO? PLASMA
Uno studio inglese vuole dimostrare che gli UFO sarebbero fenomeni naturali. Secondo un rapporto della Difesa britannica, gli UFO sono globuli di plasma prodotti da cariche elettriche che si formano in cielo.
MA JUNG CI CREDEVA O NO?
Jung spiegava gli UFO in maniera simbolica. In una delle sue ultime opere, "Dischi volanti", analizza perché la gente desidera credere negli UFO. Secondo Jung si tratta di "manifestazioni di mutamenti psichici"... Ma l'ha sempre pensata così?
No. In una sua opera precedente, "Cose che si vedono nel cielo", Jung afferma::"E' mia opinione che esista una possibilità che gli UFO siano reali apparizioni materiali, entità di natura sconosciuta, che provengono probabilmente dallo spazio e che erano già visibili, forse da lungo tempo, agli
abitanti della Terra."... Perché ha poi rinnegato tutto?
AVVISTATO UN ESSERE VOLANTE
Un testimone ha affermato di aver visto un uomo che volava. È successo nei giorni scorsi tra Sangano e Bruino, in Piemonte. Marco Prato ha raccontato che davanti a un bar ha visto due persone che guardavano il cielo e si è accorto che stavano guardando un oggetto che assomigliava alla sagoma di un uomo, molto alto e sottile, che ruotava lentamente su se stesso. Poi lo strano essere si è spostato lentamente in direzione nord-sud e si è alzato fino a non essere più visibile a occhio nudo.
Lo strano uomo volante è stato avvistato anche da Maria Cammarota, e da altre due persone. Tutti affermano che era una sagoma molto alta, una figura umanoide alta circa due metri e mezzo.
Marco Prato ha scattato una quarantina di immagini che rivelano abbastanza chiaramente una sagoma umana che vola.
Apache e aborigeni: sacrosante rivendicazioni
IL TESCHIO DI GERONIMO RUBATO DAL NONNO DI BUSH
La famiglia Bush è accusata di aver profanato la tomba di Geronimo.
Questa accusa formulata dagli Apache è ora confermata dal ritrovamento di una lettera datata 1918 nella quale il furto è confermato. La lettera rivela che il nonno di George Bush, Prescott Bush, avrebbe partecipato alla profanazione della tomba di Geronimo e al furto del suo cranio.
Prescott Bush e altri studenti avrebbero trasportato il teschio nella sede della società segreta "Skull and Bones" a New Haven, nel Connecticut. La setta "Skull and Bones" è la società segreta che conta tra i suoi aderenti molti dei presidenti americani, tra cui l'attuale Bush.
I leader Apache hanno avviato le trattative con i membri della società segreta per la restituzione del teschio di Geronimo nel 1976.
AUSTRALIA, GLI ABORIGENI SI RIPRENDONO MELBOURNE
Gary Murray, portavoce dei Clan aborigeni del Nord Ovest, mi fa pervenire questa notizia:
Alcuni clan aborigeni stanno conducendo una protesta nel King Domain Park al centro di Melbourne.
Da una settimana gli aborigeni hanno acceso un fuoco sacro con una cerimonia tradizionale al centro del parco e stanno accampati curando che il fuoco rimanga sempre acceso. È un atto di protesta che vuole dimostrare che la loro cultura è viva e che quella è la loro terra. Le autorità hanno cercato di farli sgombrare, ma loro sono decisi a continuare la protesta per dare visibilità alle loro tradizioni e alla questione dei trattati che i bianchi non hanno mai rispettato.
Le autorità stanno cercando di risolvere il problema pacificamente, anche perché il capo della protesta, Robbie Thorpe, è un personaggio molto noto in Australia e conduce un programma radiofonico molto seguito sull'emittente aborigena Radio 3 Community.
Fantasmi, apparizioni, spiriti, fatti strani, X Files & affini...
IL FANTASMA DEL CASTELLO
Sono centinaia in Italia i casi di strane presenze che infestano case e castelli.
Ad esempio nel castello di Montechiarugolo vicino a Parma, il custode dice che ormai non fa nemmeno più caso a rumori, ombre, passi atc. Ogni notte è sempre la solita storia, dice, ma ormai convive con queste presenze e non gli danno fastidio.
Nei castelli di Bardi e Montebello, Italia centrale, considerati i più infestati d'Italia, i fenomeni sono vari e sono stati testimoniati da numerose persone: oltre ad apparizioni, rumori, passi, c'è anche il manifestarsi di violenti cambi di temperatura: in una stessa stanza si manifesta un freddo intenso e poco distante un caldo insopportabile.
A PROPOSITO DI FATTI STRANI...
Due fidanzati muoiono nello stesso istante, anche se lontani fra di loro e per cause accidentali diverse.
È successo sabato notte a Forlì. Lui viaggiava sulla sua moto, lei sulla sua auto, erano distanti tre chilometri tra di loro. Hanno avuto entrambi un incidente mortale nello stesso momento.
Questo fatto ricorda certe morti parallele che avvengono tra gemelli con storie diverse e distanti tra di loro. Empatie difficili da spiegare, eventi che seguono leggi probabilistiche sconosciute secondo una logica inspiegabile.
COSA SUCCEDE TRA LA VITA E LA MORTE?
La luce in fondo al tunnel, un senso di pace e felicità, il tempo che smette di correre. Sono gli ingredienti di tutte le esperienze di pre-morte, raccontate dai sopravvissuti.
Ora alcuni ricercatori americani tentano di spiegare il fenomeno paragonandolo alle fasi Rem del sogno. I ricercatori affermano che le esperienze di pre-morte possono essere indotte anche con piccole scosse elettriche in un'area del cervello. In pratica, l'ipotesi è che siano allucinazioni.
Rimane da capire come spiegano il fatto che le allucinazioni siano identiche per tutti i sopravvissuti.
INDIVIDUATO UN "NESSIE" IN ARGENTINA
Una sorta di Nessie, il famoso "mostro di Lochness", è stato individuato nel lago argentino Nahuel Huapi. Un uomo lo ha fotografato ed ha inviato le immagini ad un quotidiano. Le foto scattate dal testimone rivelano straordinarie somiglianze con le immagini scattate alla leggendaria creatura che abiterebbe nelle profondità del lago di Lochness, presso Inverness (Scozia), e che la popolazione locale ha soprannominato Nessie.
UNA SEQUENZA CURIOSA
Se vogliamo cimentarci in codici e significati dei numeri, la notte tra il 3 e il 4 maggio all'una, due minuti e tre secondi è comparsa una strana sequenza, difficilmente replicabile, sugli orologi digitali: 01.02.03.04.05.06.
MOSCA, GRAFFITI LIBERI E REMUNERATI
Cacciati e condannati a Londra, Berlino, e anche in Italia, i graffitari vengono invece assunti dal Comune di Mosca per abbellire i palazzi della metropoli. Non solo non saranno più multati ma verranno addirittura retribuiti.
L'idea è del sindaco di Mosca che ha deciso di usare la creatività dei graffitari per ovviare allo squallore del grigiore che ancora domina gli sterminati quartieri di Mosca.
LA MADONNA PIANGE: UNA TRUFFA
La Madonna che piange di Forlì, di cui hanno parlato recentemente tutti i gironali, in realtà è una bufala. Il sacrestano della chiesa di Santa Lucia è ora indagato perché sospettato di aver creato il trucco della lacrimazione per aumentare gli affari dei negozi e locali pubblici della zona.
I PUFFI SONO MASSONI?
Dietro il mondo dei Puffi pare che ci sia una loggia massonica.
È quanto sostiene Antonio Soro, studioso di scintoismo: nel suo libro "I Puffi, la vera conoscenza e la Massoneria", edizioni Edes, Soro vuole dimostrare come i Puffi siano densi di simbolismi massonici. Dai colori predominanti, blu, bianco, rosso, ai numeri, infatti i Puffi sono 99 come i gradi di alcune massonerie esoteriche, al fatto che sono tutti maschi tranne Puffetta. Quest'ultima sarebbe il principio femminile che rompe l'armonia divina. (pensiero vagamente patriarcale...)
La saga infinita del "Da Vinci Code"
CODICE DA VINCI: DAL ROMANZO ALLA FARSA
A pochi giorni dall'uscita nelle sale americane del film di Ron Howard ispirato al famoso libro "Il Codice Da Vinci", la polemica negli ambienti ecclesiastici si fa sempre più arroventata. Non passa giorno che non ci sia qualche pagina dei quotidiani dedicata a questa vicenda, con grande soddisfazione dell'autore che si vede aumentare progressivamente le copie vendute. Ormai è un fenomeno di costume e il romanzo è entrato nelle case di tutti.
Non solo l'Opus Dei ma anche il Papa in persona si è espresso contro il famoso codice, in diretta mondiale, anche se non l'ha nominato apertamente.
Il punto centrale della polemica e la messa all'indice del libro e del film da parte dell'Opus Dei si basano sul fatto che viene messa in discussione la divinità di Cristo, e questo viene fatto con argomentazioni dettagliate che evidentemente preoccupano il Clero.
Intorno a questo romanzo si muovono cose curiose, come ad esempio il messaggio cifrato che un giudice londinese ha messo nella sentenza sul recente processo in cui Dan Brown era accusato di plagio, ma poi prosciolto da ogni accusa.
Nella sentenza del giudice un avvocato ha creduto di individuare un messaggio cifrato. Il giudice Smith ha confermato, rispondendo: "Non vedo perché una sentenza non possa essere anche divertente". Chi vuole provare a decifrare il codice Smith può visitare il sito:
www.hmcourts-service.gov.uk/HMCSJudgements.
DA VINCI CODE: LA SAGA CONTINUA
Il Segretario della Congregazione della Dottrina della Fede, Monsignor Angelo Amato, incita a "boicottare il film sul Codice Da Vinci". Secondo Amato il film è un coacervo di offese, calunnie, errori storici e teologici su Cristo e sulla Chiesa.
La preoccupazione degli ambienti ecclesiastici è tale che l'Opus Dei ha addirittura girato un video per riaffermare la bontà delle sue opere e controbattere alle tesi del famoso romanzo.
Tutto questo baccano non farà altro che aumentare la pubblicità sul film e sul libro. Dan Brown e Ron Howard ringraziano.
IL CODICE DA VINCI CONTINUA A FAR DISCUTERE
Henry Lincoln, autore insieme a Michael Baigent e Richard Leigh del libro "The Holy Blood and the Holy Grail", ha preso le distanze dagli altri due autori che avevano denunciato Dan Brown per plagio. Ma non vuole dire perchè.
Lincoln sostiene che ha dei motivi precisi per non essere d'accordo con gli altri due autori, ma non li vuole rivelare. Ricordiamo che Dan Brown, autore del Codice Da Vinci, è stato prosciolto dall'accusa di plagio perché il fatto non sussiste.
Nei prossimi giorni uscirà in America il film di Ron Howard ispirato al libro, che aveva rischiato di essere bloccato dal processo in corso. L'Opus Dei ha fatto richiesta che all'inizio del film venga precisato che i fatti narrati sono di pura fantasia.
ANCORA IL CODICE
Anche l'arcivescovo di Canterbury si mostra preoccupato per il famoso romanzo. Nella sua predica pasquale, l'arcivescovo ha denunciato il fascino per la teoria del complotto suscitata dal romanzo. Il libro sarebbe una manipolazione della realtà che non ha altra intenzione che nascondere la vera storia di Cristo. "Realtà e finzione si mescolano al punto che potrebbero indurre a giudicare la Chiesa con minor simpatia".
Star Treck aveva previsto tutto
TERRA-MARTE IN 45 GIORNI
La NASA sta attualmente studiando un nuovo razzo che fa reagire materia e antimateria e che disegna un viaggio dalla Terra a Marte che durerebbe 45 giorni. Altre teorie per viaggiare nello spazio stanno orientandosi alla ricerca dei Wormhole, o tunnel nello spazio-tempo, cunicoli che mettono in contatto fra di loro punti lontanissimi nello spazio e ci consentiranno di fare viaggi stellari alla Star Treck.
BIG BANG E BIG CRUNCH
Il fisico John Wheeler ipotizza che il cosmo possa crollare su se stesso in un Big Crunch per poi rimbalzare in un nuovo Big Bang e avanti all'infinito. La teoria non è nuova ma ora i fisici stanno cercando di capire come sia possibile che infiniti universi coesistano contemporaneamente, e se questi universi siano del tutto simili l'uno all'altro, nel piccolo e nel grande, comprese le storie personali di ogni individuo. Non ultimo, il problema se questi universi siano intercomunicanti fra di loro.
Il futuro è incerto, ma anche il passato non scherza
INSEDIAMENTO CELTICO AD AVIGLIANA
Un sito megalitico antico di circa 6.000 anni è stato ritrovato sul monte Pietraborga, sopra la frazione Trana di Avigliana, in Piemonte. Menhir del peso di decine di tonnellate, muretti a secco, tumulus e coppelle. Un ritrovamento che una volta di più ci mette a confronto con il mistero della popolazione che abitava queste terre e che meriterebbe una attenzione da parte degli enti di ricerca. Come minimo per chiedersi quali fossero le tecniche di costruzione usate. Sui media l'insediamento è stato chiamato ironicamente "il villaggio di Asterix". Gli "studiosi" intervenuti sul posto hanno decretato che probabilmente il luogo serviva per i sacrifici. Su quali basi? Se questa è scienza...
PIRAMIDI PREISTORICHE IN EUROPA
Individuate presso Sarajevo, a Visoko, piramidi europee costruite più di 12.000 anni fa.
Semir Osmangic, ricercatore e autore del libro "La piramide del sole in Bosnia", insieme ad archeologi e geologi sta perlustrando le colline di Visoko sulla base di riprese via satellite che hanno rivelato nell'area almeno tre piramidi, che secondo Osmangic sono collegate tra loro da un sistema di gallerie.
Sono state le osservazioni dal satellite a mostrare indizi della presenza di queste costruzioni e ora i ricercatori vogliono portare alla luce questi monumenti di origine misteriosa. Gli scavi riguardano i fianchi di una collina che appare troppo regolare per essere di origine naturale: sarebbe appunto una piramide costruita dall'uomo e dedicata al sole. Un'ipotesi che però trova parecchi detrattori: 10mila anni fa, dicono, l'uomo non sarebbe stato in grado di realizzare una tale opera senza adoperare strumenti di metallo, ancora sconosciuti.
I PRIMI DENTISTI OPERAVANO 9.000 ANNI FA
Da un villaggio neolitico del Pakistan arriva la prova che la carie veniva curata già nel 7.500 a.C. Secondo i ricercatori è una scoperta eccezionale, perché i denti ritrovati mostrano i segni di cure dentistiche, con fori provocati da uno strumento sconosciuto.
SOTTO IL SEGNO DEL DRAGO
Il drago in mostra a Parigi. Una grande mostra al museo di storia naturale di Parigi analizza le facce di un mito che fin dall'antichità è presente in culture anche molto lontane tra loro, rivelando una volta di più la traccia di una antica e misteriosa cultura planetaria.
La mostra rivela come il drago sia presente in tutte le culture del pianeta con significati diametralmente opposti. In Oriente rappresenta il Bene che protegge ed illumina. Nella tradizione cristiana il drago diventa simbolo del Male. Nelle tradizioni precolombiane è la divinità che governa e protegge. Simbolo di fertilità e saggezza per le antiche tradizioni, diventa l'incarnazione del male nell'iconografia cristiana. La mostra è aperta fino al 6 nivembre. www.mnhn.fr
Meditazione e conoscenze sciamaniche
UN EX BERRETTO VERDE ORA COMBATTE CONTRO LE GUERRE GRAZIE ALLA MEDITAZIONE
William Hathaway oggi vive in Germania e aiuta i soldati a lasciare la divisa.
A 22 anni si arruolò nell'esercito americano, spinto dalla famiglia, e divenne un membro delle forze speciali, comunemente conosciute come Berretti Verdi. Dice: "Eravamo pesantemente indottrinati a difendere ed espandere l'Impero americano".
Poi la svolta: scopre la meditazione e si convince quanto sia assurdo uccidere la gente in nome della pace. "La meditazione mi ha aiutato a liberarmi lentamente dai condizionamenti" dice Hathaway.
Ora la sua guerra personale è contro il patriarcato e il machismo, secondo lui alla base dell'impulso bellico, e aiuta i soldati a liberarsi dai condizionamenti della divisa.
LA MEDITAZIONE SOTT'ACQUA
Le persone che si immergono senza bombole sono in aumento. Solo in Italia sono circa 80.000 ma salgono a 5 milioni in tutta Europa. Le motivazioni sono di tipo agonistico ma anche per cercare benessere e relax. Ora gli studi rivelano che la meditazione aiuta gli apneisti: chi pratica la meditazione riesce ad ottenere effetti migliori e a restare più a lungo e più facilmente in apnea.
ALLEGRA AGNELLI CONSIGLIA LA PRANOTERAPIA
Allegra Agnelli ha scritto la prefazione di un libro di pranoterapia. Il libro è "Curare con le mani e con il cuore". Nella prefazione Allegra Agnelli racconta che il suo cane Jap, affetto da una paresi vescicale, è stato curato con successo da un pranoterapeuta, Giuseppe Trappo. Sostiene anche di averlo a suo tempo consigliato a suo cognato, Gianni Agnelli.
Nella prefazione si legge: " Considero la pranoterapia una risorsa terapeutica aggiuntiva e importante. C'è chi può pensarla diversamente, c'è chi non ha tratto alcun giovamento. Ma anche i farmaci possono non funzionare. È un argomento difficile perché non tutto è accettato dalla scienza. È possibile allora conciliare posizioni così diverse e contrastanti?"
Il libro "Curare con le mani e con il cuore" di Elio Biancato, ed. Armenia, parte dalle realtà sciamaniche tribali e arriva fino ai giorni nostri.
Nuove tendenze sociali
LA COPPIA SCOPPIA
Ogni 33 secondi si rompe una famiglia europea. Secondo una statistica dell'Unione Europea, una coppia su due si sfascia e i divorzi sono un milione all'anno.
Siamo di fronte ad un nuovo fenomeno di costume? Se il "sistema famiglia" non funziona, qual è l'alternativa?
Animali: che cosa penseranno di noi?
ZAPATERO IN DIFESA DELLE GRANDI SCIMMIE
Il leader spagnolo non finisce di stupirci positivamente. Dopi aver varato, nei giorni scorsi, una legge-modello a tutela dei portatori di handicap che verranno assistiti dallo stato spagnolo come in nessun altro paese al mondo, ora Zapatero promuove una legge per dare diritti "umani" alle grandi scimmie. Diritto alla vita, alla libertà, a non essere più torturate e schiavizzate. Zapatero sostiene che proteggere i primati è una responsabilità etica perché, che ci piaccia o no, gli esseri umani sono grandi scimmie.
Per la prima volta al mondo verrà stilata una carta dei diritti delle scimmie da sottoporre al voto delle Nazioni Unite.
Ci auguriamo che Zapatero, premier illuminato, affronti prima o poi anche il problema delle corride, usanza che non fa onore alla Spagna.
E A PROPOSITO DI SCIMMIE...
La prima forma di cabaret arriva proprio dalle scimmie. Secondo i ricercatori, 4 milioni di anni fa gli scimmioni improvvisavano sketch per la comunità, facevano spettacoli di gruppo. Secondo la teoria di Matthews Gervais, biologo dell'evoluzione, il passaggio dalle quattro zampe alle due zampe fu anche l'origine della risata. Gli scimmioni barcollavano e cadevano provocando grandi scoppi di ilarità che poi sarebbero continuati con spettacoli che mimavano le cadute.
NEW YORK, SALVATA LA GATTINA MOLLY
La sorte di una gattina ha tenuto con il fiato sospeso i newyorkesi per due settimane. La gattina era rimasta imprigionata fra le mura di un edificio del XIX secolo dove si era rifugiata per sfuggire ad un cane. L'anfratto del palazzo, catalogato come monumento storico, si è strasformato in una gabbia dalla quale non riusciva più ad uscire. Per giorni oltre quaranta volontari di gruppi animalisti hanno tentato di farla uscire con ogni espediente: dall'odore del pesce fresco a richiami di ogni genere.
Ma Molly era sempre più terrorizzata e rischiava di morire di fame. I volontari hanno fatto appello al municipio chiedendo di scavare un buco dal basso. Il sindaco, rendendosi conto della mobilitazione in atto, ha scavalcato le leggi che preservano gli edifici storici ed ha fatto scavare il tunnel che ha consentito di liberare la gattina. Una volta libera, Molly, una bellissima gattina nera, come primo pasto ha avuto arrosto, sardine e latte.
BERLINO: GATTO SALVA NEONATA
Un gatto ha salvato la vita di una bambina appena nata abbandonata sulla porta di una casa di Colonia nel mezzo della notte, miagolando forte fino a svegliare i padroni . Lo ha riferito un portavoce della polizia.
"Questo gatto è un eroe", ha detto il portavoce della polizia di Colonia. "Il suo forte miagolio ha attirato l'attenzione del padrone di casa e ha salvato la bambina dall'ipotermia, che avrebbe potuto ucciderla". Il padrone di casa ha aperto la porta per vedere perché il gatto fosse così agitato ed ha scoperto la neonata abbandonata.
LIBERATO IL TACCHINO HEDDA
A New York, dopo il salvataggio della gattina Molly un'altra felice operazione degli animalisti, particolarmente attivi in quella città. Hedda, un tacchino selvatico catturato mentre si aggirava a East Harlem, rischiava di essere ucciso. Ma per via della mobilitazione pubblica è stato liberato ed ora scorrazza libero nel verde di Morningside Park.
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