UNITED NATIONS
COMMISSIONE PER I DIRITTI UMANI
Working Group On Indigenous Populations
Geneva 18 to 22 July 2005


La Declaration di Giancarlo Barbadoro

Signor Presidente,

Sig. Presidente, sono qui a parlare per conto della comunità tradizionale bretone "Menhirs Libres" che vuole rivolgere a questa Assemblea un appello per una richiesta di aiuto relativo al sostegno dell'identità spirituale di Nativi europei.
Non è facile parlare di nativi in Europa poichè esiste un luogo comune che li vuole esistenti solo in altri continenti e non c'è nulla che possa distinguerli fisicamente da quanti non lo sono.
La storia li ha confusi con i poteri nazionali che sono nati a seguito di un processo di forzata integrazione iniziato con le persecuzioni dell'impero romano e con il successivo assorbimento culturale da parte del cristianesimo sino a giungere all'attuale ordine degli stati moderni d'Europa.
Oggi tuttavia queste culture continuano ad esistere e a praticare le loro antiche tradizioni in un silenzio dignitoso e orgoglioso che non contraddice né si contrappone in alcuno modo al corso della storia impostata dalle cultura maggioritarie.
In Francia, a Carnac, si sta manifestando il caso di una di queste comunità tradizionali che è oggi soggetta ad intimidazioni, è impedita nell'esercizio nella sua libera identità spirituale e chiede di essere aiutata.
Anche se lo Stato francese non prevede identità diverse da una sua integrità nazionale, questa comunità, che potremmo definire di Nativi europei, legata alle sue antiche tradizioni millenarie, rivendica egualmente la sua identità specifica e chiede le venga restituito l'accesso all'area megalitica che considera il suo luogo sacro, simbolo millenario della propria identità, il cui accesso è attualmente impedito così come è impedito il suo libero uso tradizionale.
Un evento non nuovo che ripete quanto sta accadendo da anni in Arizona dove la comunità degli Apache si vede impedire dal governo americano il libero accesso a Mount Graham, la montagna sacra da loro considerata luogo sacro e di culto millenario.
L'area megalitica di Carnac in questione è stata requisita dal governo francese che con la scusa di preservarla dai danni del turismo l'ha recintata con strutture in metallo e impedisce alla comunità tradizionale che dimora in quell'area il libero accesso al luogo.
Per gli abitanti di Carnac, e per i bretoni in genere, il sito megalitico degli "alignements" di Menhir costituisce un riferimento spirituale e culturale. Da secoli gli abitanti erano abituati a celebrare in mezzo ai Menhir tutte le loro cerimonie principali, dai matrimoni ai funerali, dai battesimi alle investiture dei loro druidi. Le assemblee cittadine venivano convocate lì, tra i Menhir, e così pure le manifestazioni culturali, artistiche, religiose.
Al di là delle intenzioni dichiarate di salvaguardia del luogo megalitico, il governo francese ha anche in programma di trasformare il sito in un parco di divertimenti a tema, tentando un grande esproprio di terreni e abitazioni, in accordo con una società statunitense, per realizzare un grande residence per turisti e villeggianti.
Già da adesso, attorno al sito, è iniziata l'installazione di strutture ludiche e di commercio che hanno scopi non del tutto archeologici.
La comunità tradizionale di Carnac si è subito dichiarata contro le intenzioni del governo francese e dagli anni '70 si sta battendo per impedire che il progetto venga attuato.
Sono state organizzate molte manifestazioni di protesta ma sinora senza ottenere nulla di fatto e il sito è ancora circondato da un recinto di griglie metalliche.
L'azione dello stato francese ha sollevato le proteste non solo della comunità tradizionale di Carnac, ma anche quelle dei visitatori che da tutta europa si recavano in precedenza a visitare il sito per motivi di studio e di ricerca delle antiche radici europee.
La comunità tradizionale di Carnac chiede aiuto. Non chiede che il sito non venga tutelato per il suo valore archeologico, ma chiede che venga bloccato il progetto edilizio e che venga tolta la recinzione in metallo che circonda e sbarra il luogo da essi considerato sacro e ne impedisce il libero accesso.
La comunità è disperata poichè è consapevole che qualora dovesse perdere il rapporto morale con il proprio simbolo rappresentato dal sito megalitico rischierebbe di perdere, dopo millenni di continuità storica, la propria identità morale e sociale.
Se avvenisse questo, oltre che l'anima continentale europea, riteniamo che anche l'intera umanità finirebbe per vedere inutilmente depauperarata per sempre una testimonianza tradizionale delle sue radici nella perdita della preziosa eredità spirituale rappresentata dalla comunità storica di Carnac.

Grazie Signor Presidente.

Grazie a tutti per aver ascoltato questo appello.


Giancarlo Barbadoro
Rappresentante della Comunità bretone "Menhirs Libres"
Rappresentante dell'Apache Survival Coalition
Presidente dell'Ecospirituality Foundation