Mille persone sabato sera sono salite al Castello alla scoperta del Graal

VOLA ALTO L’ENTUSIASMO PER I CELTI A SUSA

Sono da poco trascorse le 21.30; è sceso il buio, il cielo è velato, fa caldo ma nessuno sembra lamentarsi nonostante non ci sia un alito di vento: le foglie degli alberi, immobili, sembrano in attesa, come tutti i presenti che aspettano respirando piano l’aria che sa di fieno appena tagliato... ed improvvisamente il suono profondo di un tamburo ti penetra nell’anima, rimbomba ed incomincia a scavarti dentro, prima piano, poi sempre più forte, cercando le tue emozioni, portandoti alla ricerca delle tue radici, di un mondo interiore che, pian piano cresce, si arricchisce al suono melodioso della cornamusa, del flauto, della chitarra... e sfocia nell’entusiasmo del battito delle mani, dei piedi, che non sanno più stare fermi coinvolti alla fine da un viaggio che, dalla mente e dall’anima porta al corpo ed alle sue manifestazioni di gioia e di irruenza... ed allora il corpo di ballo Triskel ti prende per mano e ti guida nei passi di danza facendoti provare realmente cosa sia lo spirito celtico, cosa voglia dire portarsi dentro questa musica per ritrovare una parte di se stessi. Assolutamente magica e coinvolgente la serata di sabato 22 luglio: il piazzale del Castello, a Susa, è stato letteralmente invaso dalla presenza di più di mille persone di tutte le età venute ad assistere all’esibizione del Laboratorio Musicale del Graal, un evento per la città, messo in rilievo dalle parole del sindaco Sandro Plano, accompagnato dall’assessore alla Cultura Antonita Fonzo, e da quelle del presidente dell’Associazione degli Amici del Castello, promotrice dell’iniziativa, Renzo Parile che ha ringraziato il Comune, l’Ascom, la Pro Susa e gli sponsor: La Valsusa, Favro Moto e Valsusa Car di Bruzuolo, per il prezioso contributo offerto. Ma i veri protagonisti della serata sono stati loro: cinque musicisti che con le loro melodie sanno toccare e fare vibrare le corde dell’anima abbattendo qualsiasi barriera generazionale: sabato sera si sono viste, nei balli collettivi, persone di tutte le età che si sono divertite insieme. Non passa inosservata nemmeno la loro sintonia sul palco dove si scambiano battute coinvolgendo il pubblico: questo affiatamento viene confermato proprio dalla leader storica del gruppo, nonchè splendida voce solista, Rosalba Nattero: -Mi sento fortunata ad aver incontrato queste persone con cui c’è un’intesa fortissima, non solo musicale, con Giancarlo Barbadoro abbiamo iniziato nel 1986... l’incontro con gli altri è stato successivo però c’è stato un feeling immediato che continua e ci permette di lavorare insieme in maniera divertente... tutti quanti provengono comunque da altri gruppi già affermati, soprattutto nel panorama rock torinese, qualcosa li ha portati ad uscire da quel settore per ritrovarci: probabilmente eravamo le persone giuste che dovevano incontrarsi.
Da allora suoniamo insieme decidendo soprattutto di esibirci in posti particolari, ricchi di fascino e suggestione, come questo...
Che importanza ha avuto la ricerca del Graal nella formazione del vostro gruppo? -Un’importanza fondamentale; dietro al Graal c’è tutta una tradizione ed una storia: è un simbolo celtico che rappresenta il calice della conoscenza e, soprattutto, una ricerca spirituale interiore: la ricerca di se stessi; periodicamente e riappare, riaffiora nella storia: attorno a questo simbolo sono nati moltissimi movimenti sia iniziatici che cavallereschi ed è sicuramente un fenomeno tutto da studiare e da scoprire-.
Quali saranno i vostri prossimi impegni?
- Stiamo musicalmente lavorando e collaborando con dei nativi americani, la prossima settimana andremo all’ONU a Ginevra per dare loro sostegno: stanno lottando per preservare un monte sacro compromesso a causa di un progetto che prevede la costruzione di un telescopio...Siamo impegnati anche in questo settore: i popoli dei nativi del mondo non sono solo i nativi americani: anche in Europa ne sentiamo parlare perchè le persone che si riconoscono in culture legate al rispetto della natura e che danno importanza al contatto con altri esseri appartengono alle culture dei nativi-.
Vi ispirate a qualche gruppo particolare per la composizione dei vostri brani?
-No cerchiamo di rifarci soprattutto ai personaggi conosciuti all’estero, nei Ceilidh, i ritrovi celtici per eccellenza, o a gruppi del posto: suonando insieme a loro abbiamo imparato tantissimo... per esempio gruppi di anziani incredibilmente vitali che ci hanno trasmesso tutta una serie di musicalità: ecco, questa è una delle cose più belle e preziose che ci sia capitata viaggiando-.
Sarete impegnati in concerti per tutta l’estate 2000?
- No, abbiamo partecipato da poco, per la seconda volta, alla festa europea per la musica, una rassegna importante che ci ha impegnato molto e sabato scorso eravamo al castello di Vigevano, altro luogo affascinante. Ora con al fine di luglio abbiamo deciso di prenderci una pausa per lavorare all’uscita del nuovo CD; durante il concerto di questa sera suoneremo proprio un brano inedito tratto dal nostro prossimo lavoro-.
Brano che il pubblico ha particolarmente gradito applaudendo a lungo, con grande soddisfazione degli interpreti. Per quanto riguarda la sottoscritta penso proprio che approfondirò il discorso su questo affascinante popolo, leggendo qualche buon libro sull’argomento e ascoltando, in sottofondo, l’ultimo CD del Laboratorio Musicale del Graal. Credetemi: veramente imperdibili.

Gisella Bruno

“La Valsusa”, giovedì 27 luglio, 2000