Con il Laboratorio Musicale del Graal, i Celti ritornano a Susa

Grande avvenimento culturale organizzato dagli Amici del Castello

Chiunque entri nella Grotta di Merlino che (strano a dirsi) si trova a Torino, in piazza Statuto, e non in qualche misterioso antro del nord Europa, viene subito assalito da sensazioni strane...ricordi ancestrali che affiorano alla memoria, sollecitati alla vista dei cristalli, delle gemme, dei talismani sciamanici che fanno bella mostra di sè dalle vetrine: invitano chi guarda a compiere un tuffo indietro nel tempo alla ricerca di un mondo fra scienza e mistero, forse perduto, ma che non ha mai spezzato del tutto i suoi legami con il presente.
Questa associazione culturale, sede di conferenze, mostre, concerti, oltre che ritrovo di appassionati di new age, si ispira ai circoli culturali di “fin de siecle”; il Club fondato da Rosalba Nattero e Giancarlo Barbadoro, è il luogo dove il Laboratorio Musicale del Graal raccoglie gli appassionati di tradizioni celtiche.
Il gruppo musicale nasce ufficialmente nel 1986 a Londra, in occasione della manifestazione “Mind, Body and Spirit”, distinguendosi subito per via delle due anime che, tuttora, lo contraddistinguono: una più prettamente spirituale ed intimistica ed una più legata alla rivalutazione delle tradizioni e del folklore popolare. Oggi il Laboratorio Musicale del Graal è uno dei più importanti gruppi italiani di musica celtica, riconosciuto oramai a livello europeo; tra i cd pubblicati: “In the Stone Circle”, “Samain”, ed il recente “Northern Wind”, ripropongono ed interpretano in un modo nuovo ed affascinante antiche musiche della tradizione irlandese, scozzese, bretone e dell’area celtica in generale. Susa, si sa, ha antiche origini celtiche, rivelate dalla presenza delle coppelle druidiche, che sorgono a poca distanza dall’arco di Augusto, ma anche da altri indizi poco conosciuti che riportano la città ad un passato ricco di fascino ed incredibilmente antico. Da quando la città ha acquisito un’impronta più strettamente turistica, si è cominciata a sentire l’esigenza di valorizzare maggiormente un sito ed un patrimonio culturale non poi così evidente come gli altri che rendono la città meta continua di turisti; perchè non farlo allora in maniera accattivante, abbinando quella che è la cultura materiale a quella musicale di alto livello, capace di evocare immagini e sensazioni? Per questo l’associazione Amici del Castello della contessa Adelaide è lieta di invitare tutti sabato 22 luglio alle ore 21.30 sul piazzale del Castello, reso opportunamente accogliente grazie ai recenti lavori di risistemazione del comune.
Ecco una veloce presentazione dei componenti del gruppo: Rosalba Nattero, splendida voce solista, è la ricercatrice storica del gruppo: i suoi studi ed interessi l’hanno portata a contatto con le tradizioni dei nativi d’America e con la gente della Britannia, della Scozia, dell’Irlanda, paesi da cui ha poi tratto ispirazione in campo artistico. Suonando nei Ceilidh locali tipici, con i musicisti del posto e raccogliendo le testimonianze degli anziani, la Nattero ha contribuito a salvaguardare un patrimonio che, in alcuni casi, sarebbe andato perso insieme ai suoi principali protagonisti. Giancarlo Barbadoro, suonando in modo melodioso il flauto sciamanico, introduce la parte più spirituale e meditativa della musica celtica. Luca Colarelli è la voce di controcanto del gruppo e suona con doti di rara ecletticità la cornamusa, l’arpa celtica e la chitarra. Andrea Lesmo padroneggia con maestria tanto l’antico bouzuki che le moderne tastiere elettroniche.
Gianluca Roggero, abilissimo a suonare i tamburi, strumenti in grado di evocare, con la profondità del loro suono emozioni profonde. Durante i concerti un gruppo di dieci elementi esegue le antiche danze celtiche coinvolgendo emotivamente il pubblico presente in un crescendo di entusiasmo e allegria.
A rendere il tutto, poi, maggiormente suggestivo ci sarà, tempo permettendo, la luna piena: antica testimone di un passato lontano fatto di sacrifici e riti sacri, illuminerà le coppelle dove un tempo le sagome dei druidi, sacerdoti-guerrieri, e delle sacerdotesse si stagliavano nel cielo intonando canti e intrecciando danze in onore della grande sorella celeste. In caso di maltempo, il concerto si terra nella Cattedrale di san Giusto.

Gisella Bruno

“La Valsusa”, giovedì 20 luglio, 2000