ALLA RICERCA DEL CUORE ANTICO DELLA MUSICA E DELLA CULTURA CELTICA

Anche Rosalba Nattero come i Birkin Tree e il Folkstudio A, fu ospite di uno dei primi numeri di “Keltika”, e anche il Laboratorio Musicale del Graal, il gruppo torinese del quale è la voce solista, nel frattempo ha prodotto un nuovo prodotto discografico, quel Northern Wind dal quale abbiamo tratto una traccia per la compilation di questo numero. Le abbiamo chiesto proprio di quest’ultimo, dei futuri progetti dell’organico, e delle iniziative del Club della Grotta di Merlino che intorno a esso è nato, e nel capoluogo piemontese rappresenta un riferimento per tutti coloro si interessano di musica e di cultura celtica. Se siete interessati a prendere contatti potete visitare la sede di quest’ultimo, in Piazza Statuto 15, o visitare i siti web www.merlino.org e www.labgraal.org .
Dall’intervista che pubblicammo sul numero 6 di “Keltika” emergeva chiaramente la scelta, tua e del gruppo, di accantonare consapevolmente un approccio filologico alle cosiddette “musiche celtiche”, privilegiando piuttosto una sintesi spontanea che, dopo averne interiorizzato l’esperienza, vi consente di coglierne l’intima essenza comune. Vi sentite ancora in sintonia con quell’aspirazione?
-Lo spirito del nostro lavoro non è mai cambiato. Nelle musiche dell’area celtica c’è una matrice comune, un cuore antico che lega melodie e ballate di culture diverse e spesso lontane geograficamente. Il nostro impegno è sempre stato quello di cercare il significato intrinseco di questo “filo” invisibile, e di tradurlo musicalmente in un messaggio che potesse conservarlo il più possibile intatto, pure rimanendo fedeli ad un nostro stile personale.
Quella che si definisce comunemente musica celtica è un grande patrimonio costituito da musicalità a volte anche molto diversa fra di loro, provenienti da popoli e culture diversi. Eppure c’è indubbiamente un legame, che può essere spiegato solo prendendo in considerazione una radice comune. Le popolazioni celtiche hanno abitato tre quarti d’Europa per molti secoli e, anche se i libri di storia trattano l’argomento in maniera molto superficiale, il grande bagaglio culturale ed esperienziale dei popoli celti periodicamente riaffiora nella storia, sotto forma di musiche, di miti, di leggende. E’ ovvio che un patrimonio culturale così vasto abbia lasciato profonde tracce, e che l’interesse per l’argomento non muoia mai; fa parte delle nostre radici, della nostra storia di europei ancora alla ricerca di un’identità. La musica celtica porta alla luce una cultura apparentemente trascurata della storia. Nelle ballate tramandate dai contadini delle Highlands scozzesi, o nelle canzoni dei marinai di Bretagna, così come nelle arie tristi e accorate della musica asturiana o basca, si può cogliere un messaggio vitale che spesso i testi che le accompagnano non riescono a sottolineare. Si tratta di musiche antiche, anonime, di difficile datazione, che fanno parte del bagaglio culturale dei popoli che hanno sempre dovuto lottare per vedersi riconoscere un’identità. Musiche tramandate attraverso le generazioni, a cui autori anonimi hanno accompagnato testi che riflettevano i problemi o le speranze del momento, usate a volte per incitare alla battaglia, a volte per indurre a fermarsi davanti all’eterno spettacolo della natura, a volte anche per trasmettere allegorie simboliche attraverso testi apparentemente banali. Nella musica celtica possiamo scorgere un misto di fierezza, nostalgia e determinazione di una cultura che non vuole essere dimenticata. Noi, nel nostro lavoro di ricerca e divulgazione di questo patrimonio musicale, cerchiamo di trasmettere proprio questa determinazione: non una rievocazione di un passato che non esiste più, ma una trasmissione di una tradizione che, forse un po' anche attraverso il nostro lavoro, può continuare a vivere.- Tanto con il Club della grotta di Merlino che come Laboratorio Musicale del Graal lavorate, al di là delle esibizioni, sul piano della divulgazione, con mostre e conferenze, e sappiamo che avete anche dato vita ad un gruppo di danza: vuoi illustrarci meglio, proprio per quanto attiene alla musica ed al ballo, questo risvolto del vostro impegno?
- La Grotta di Merlino è, appunto, il club che noi del Laboratorio Musicale del Graal abbiamo fondato per suonare, per creare, per divertirci e per sperimentare nuove idee. Un posto dove si ritrovano gli appassionati di musica e di cultura celtica e dove molto spesso nascono happening spontanei, jam session tra musicisti di stili diversi, danze celtiche collettive. E’ in questo ambito che è nato il gruppo di danza Triskel, che spesso accompagna i nostri concerti e dà vita a danze collettive coinvolgendo buona parte del pubblico. Il nostro lavoro di ricerca e divulgazione tuttavia non è rivolto solo alla musica, anche se questa rappresenta un aspetto fondamentale nel nostro lavoro. La nostra ricerca si rivolge a quelle antiche tradizioni che rischiano di non sopravvivere se non si attua un serio lavoro di conservazione.
Il nostro gruppo musicale è nato proprio su questo tipo di intesa e di intento comune: continuare il lavoro che tanti altri hanno fatto prima di noi, e cercare, con il nostro operato, di dare un piccolo contributo affinchè tradizioni importanti come quelle celtiche e pre-celtiche non cadano nell’oblio. Grandi personaggi come Robert Burns o Walter Scott hanno passato la loro vita a raccogliere, conservare e tramandare un prezioso bagaglio che fa parte della nostra storia. Senza il loro lavoro, e senza quello di tante altre persone anonime, la tradizione celtica e pre-celtica non sarebbe più neppure un pallido ricordo. Noi cerchiamo per quanto possibile, di dare un contributo affinchè il lavoro di queste persone non vada perduto. E lo facciamo non solo attraverso la musica, ma con conferenze, convention, mostre, feste celtiche, iniziative di ogni genere, sia alla Grotta di Merlino che in altre sedi-.
Parliamo della formazione di musicisti che ti accompagnano: vuoi presentarceli?
-Innanzi tutto Giancarlo Barbadoro, flauto del gruppo: è con lui che è nata l’idea del gruppo, è con lui che sviluppo una ricerca sulle culture megalitiche e sul simbolo del Graal.
Nell’ambito del Laboratorio, Giancarlo rappresenta l’aspetto intimista della nostra musica: quella particolare anima della musica celtica che porta a un contatto filosofico con al natura. Luca Colarelli è un musicista eclettico che passa con molta naturalezza dalla cornamusa all’arpa celtica, alla chitarra. E’ lui che con la sua Bagpipe, ormai per tradizione, chiude i concerti, quasi a simboleggiare un rito collettivo, Andrea Lesmo vive in sintonia con il suo bouzouki dal quale riesce ad ottenere suoni struggenti e insieme guerreschi, Gianluca Roggero, percussionista, ha sviluppato uno stile particolarissimo che conferisce la potenza giusta alle nostre esecuzioni, senza cadere in contaminazioni rock. E poi ci sono io, voce solista del gruppo.-
Vuoi introdurre tu stessa per i nostri lettori Northern Wind, la vostra terza e più recente produzione discografica?
- Northern Wind è nato dopo un viaggio in Irlanda in cui avevamo avuto occasione di suonare con musicisti del posto molto anziani e ci eravamo resi conto di quanto lo spirito della cultura celtica fosse più che mai vivo. E’ stata un’esperienza bellissima e preziosa, che abbiamo cercato di tradurre nel nostro cd. Ognuno dei nostri tre album è stato concepito (almeno nell’idea iniziale) durante un viaggio che ci ha particolarmente segnato: In The Stone Circle è nato in Bretagna, Samain in Scozia, Northern Wind si differenzia dagli altri due per il fatto che ci siamo concentrati proprio su questi tre Paesi in particolare, mentre gli altri due spaziavano in un territorio più vasto. Abbiamo cercato negli arrangiamenti, di mantenere l’impatto live dei concerti, cosa tutt’altro che facile quando si è in studio di registrazione.-
Che bolle in pentola nel futuro per Rosalba Nattero, il Laboratorio Musicale del Graal e la Grotta di Merlino?
-Nel futuro prossimo, un viaggio in Scozia: è un appuntamento annuale a cui non rinunciamo. Durante l’estate, tra un concerto e l’altro, inizieremo la registrazione di un nostro nuovo lavoro. L’autunno si preannuncia intenso, non solo musicalmente: la Grotta di Merlino ha in progetto una serie di convention in sede e fuori, sul tema del megalitismo e della cultura celtica, con mostre, conferenze, concerti. L’interesse del pubblico verso questi argomenti è sempre più forte, e noi del Laboratorio Musicale del Graal, quando c’è in ballo qualche buona idea, non ci tiriamo mai indietro.-

Intervista raccolta da Gianni Cunich

“Keltika” settembre 2000