IL SUONO DEGLI ANTICHI CELTI

Immaginate un silenzio rotto solo dal vento, brughiere di erica, antiche mura diroccate che emergono come fantasmi dalla bruma del mattino, ballate cantate tra bicchieri di birra scura, antiche saghe celtiche, capelli rossi come il sangue ardente degli irlandesi... Terre dove si possono fare incontri straordinari, anche con se stessi.
Alle vostre spalle non vi sembra di sentire gia' il suono lamentoso di una cornamusa o di un'arpa, magari accompagnate da un flauto o da un bouzuki (antica chitarra a tre coppie di corde)?
Sono gia' parecchi i gruppi piemontesi che ricreano con la loro musica la magia della cultura celtica, e quasi tutti lo fanno non per farla conoscere, perche' ascoltandola si ha come l'impressione di possederla gia' nella propria interiorita', ma per continuare a dare vita a quella matrice che, a dispetto delle predizioni del poeta Yeats, non ha ancora incontrato il suo crepuscolo.
Tra questi gruppi, il Laboratorio Musicale del Graal, nato a Londra nel 1986 in occasione della manifestazione "Mind, Body & Spirit", suona ispirandosi al messaggio originale del patrimonio celtico a cui attinge direttamente. La loro musica non mira a riprodurre suoni e note ma emozioni; dicono di non copiare le melodie ma le suggestioni delle stesse radici musicali celtiche.
Il gruppo, nato intorno a Rosalba Nattero, cantante nonche' studiosa e ricercatrice della musica dell'antico folklore popolare, e' tutto torinese e annovera nomi della scena rock subalpina: Luca Colarelli, il bravissimo chitarrista (dall'aspetto vichingo piu' che piemontese) che suona anche arpa e cornamusa, Andrea Lesmo bouzukista, Gianluca Roggero alle percussioni e Giancarlo Barbadoro al flauto.
Si recano spesso nei paesi celtici che ispirano la loro ricerca e traggono continui spunti dal contatto con musicisti irlandesi e scozzesi "con i quali - spiega la cantante - siamo piu' in sintonia rispetto a quanto siamo con i gruppi italiani che suonano la stessa musica".
Sabato 27 il Laboratorio Musicale del Graal, di ritorno da poco dal Festival Celtique di Aosta, ha suonato nella Chiesa di Santa Croce di Collegno e la loro musica e' stata occasione per raccogliere fondi per il restauro in corso.
I loro concerti, ispirati non solo agli arcani suoni sciamanici ma anche ad allegre danze popolari, si concludono spesso con un grande coinvolgimento di pubblico, che sabato sera ha dimostrato il suo apprezzamento con una grandissima affluenza, oltre a cio' che l'Associazione organizzatrice S.Lorenzo si aspettava, e con l'accompagnamento di battiti di mani durante tutto lo spettacolo.
Da sette anni il gruppo si incontra e suona nel Club della Grotta di Merlino (piazza Statuto 15, Torino) dove si ritrovano gli appassionati di tradizioni celtiche e dove e' nata la "bottega dell'insolito Celtic & New Age" (artigianato celtico, editoria, gioielli esoterici).
Con le loro canzoni tengono in vita la lingua celtica, la lingua cioe' di quelle popolazioni che oggi si possono ancora chiamare celtiche: i Bretoni, gli Irlandesi, gli Scozzesi, i Gallesi; popoli che si distinguono dagli altri proprio perche' parlano lingue che appartengono ad un unico gruppo ma che sono andate scomparendo davanti a quelle piu' forti del tedesco e dell'inglese. Insieme alle lingue scompariranno quindi i popoli, perderanno la loro identita' per essere inghiottiti in un'entita' europea.
Non permettiamo che la tradizione letteraria e culturale celtica sprofondi nell'oblio.

Patrizia Raineri

IL CORRIERE DI RIVOLI - 3 Ottobre 1997